L'imprenditore romano Angelo Di Mario, titolare di un impianto di conglomerato bituminoso a Posta, denunciò l'esistenza di un sistema per assegnare i lavori di manutenzione di strade provinciali e comunali a imprese legate a politici di alcuni partiti locali. In un libello distribuito ai cittadini in piazza del Comune descrisse i retroscena delle gare. L'indagine si concluse con il proscioglimento degli indagati, ma confermò l'esistenza di accordi tra le società
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