La vicenda provocò scalpore negli ambienti religiosi della bassa Sabina. Il prelato fu processato in Pretura a Poggio Mirteto per aver violato la legge che tutela i beni artistici, mentre il legale e un antiquario furono indagati per ricettazione dalla Procura di Velletri. Le opere dell'artista fiammingo Francesco da Castello, dopo un primo dissequestro, furono ritrovate dai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio durante un'inchiesta sui trafficanti di opere d'arte
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