Addio a Stefano Venturini, ex Gip del tribunale e protagonista di una storica stagione

14/06/2024
Stefano Venturini
Stefano Venturini
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La magistratura reatina e, più in generale, quella del mondo giudiziario, perdono uno dei giudici che si sono fatti maggiormente apprezzare negli anni trascorsi a piazza Bachlet. Stefano Venturini se n’è andato con troppo anticipo, vittima di un incidente stradale avvenuto a Roma, non aveva ancora compiuto 63 anni, e stava vivendo una fase importante della sua carriera di magistrato in Corte di Appello, a Roma, dove era approdato dopo un decennio trascorso al tribunale di Avezzano e, prima ancora dopo gli anni che al tribunale di Rieti l’avevano visto ricoprire la funzione di Gip/Gup in una stagione che sarà sempre ricordata tra le più intense, con giovani toghe che a piazza Bachelet muovevano i primi passi di una carriera destinata a riservargli importanti soddisfazioni, come nel caso di Mario Palazzi, Cristina Cambi e Fabio Picuti, sostituti di punta di una procura guidata da Alfredo Rossini, o dei giudici Gian Luca Soana e Cristina Scipioni al loro primo incarico. Nativo di Tagliacozzo, dopo aver vinto il concorso in magistratura il dottor Venturini aveva prestato servizio a Caltagirone, in Sicilia, per poi approdare in Sabina alla fine degli anni 90, prima come pretore, quindi ricoprendo per un periodo le funzioni di gip insieme al collega Marcello Liotta, l’ultimo giudice istruttore del tribunale di Rieti.

L'attività

 Venturini si era occupato di importanti inchieste condotte dalla procura sul dilagare del traffico di droga, oppure di casi di omicidio, come quello di un geometra ucciso a Passo Corese da un confinante (la condanna 15 anni inflitta all’autore del delitto, con rito abbreviato, fu confermata fino in Cassazione), dove si confrontò con l’avvocato Carlo Taormina, difensore dell’imputato, il delitto di Longone Sabino, originato da un marito geloso che uccise il giovane amico della moglie. Ancora, Venturini firmò come gip una delle due sentenze di prescrizione del reato di truffa aggravata (anno 2007) sull’indagine avviata dalla procura in merito ai progetti del Gal finanziati con fondi pubblici, e, poi, ordinò il rinvio a giudizio di un’ex anestesista dell’ospedale de Lellis che fotografava le pazienti in pose hard dopo averle narcotizzate, inchiesta conclusa in tempi rapidi, una vicenda della quale si occuparono a lungo anche giornali e televisioni nazionali. Nel 2003, invece, su richiesta del pm Mario Palazzi, sequestrò una strada intera nella Valle del Turano, la provinciale 34, dove erano morti due giovani romani precipitati nel lago. Un provvedimento che ebbe l’effetto di spingere la Provincia a rendere più sicura l’arteria attraverso l’installazione di guardrail e l’esecuzione di altri lavori.

La morte di Venturini ha scosso l’ambiente giudiziario reatino, dove il giudice aveva saputo creare un solido legame di collaborazione con i colleghi magistrati, gli avvocati e il personale del suo ufficio, sentimento di stima ricambiato nell’affollato saluto del 2008 con cui Venturini si congedò da Rieti per tornare nel suo Abruzzo, al tribunale di Avezzano, dove è rimasto fino al 2016, presiedendo il collegio giudicante in delicati dibattimenti, prima di diventare consigliere della Corte di Appello a Roma. E con la sua scomparsa non si possono non ricordare anche altri due magistrati: Alberto Caperna, giudice istruttore e poi giudice del tribunale a Rieti, morto quando era procuratore aggiunto a Roma, e Ugo Paolillo, storico pretore e poi procuratore della Repubblica a piazza Bachelet.