Un passo avanti verso la realizzazione della “cittadella giudiziaria” a piazza Bachelet, il progetto che punta a riconvertire in uffici giudiziari l’istituto materno ed elementare “Luigi Minervini” destinato a lasciare l’attuale sede per essere ricostruito con la palestra ex novo nell’area adiacente il centro commerciale Perseo che fa capo a una società privata. Se ne parla dal 2021, da quando la maggioranza consiliare a guida Antonio Cicchetti approvò la delibera per rimodulare i finanziamenti del post terremoto destinati all’adeguamento sismico di due scuole di Rieti, la Sacchetti Sassetti e la Sisti-Minervini, ottenendo il via libera dall’ex commissario al Sisma Giovanni Legnini. Poi, complici le elezioni del 2022, il piano aveva subito un rallentamento, ma adesso il nuovo consiglio comunale targato Daniele Sinibaldi è tornato ad occuparsene approvando la delibera che contiene l’atto di indirizzo predisposto nella seduta della commissione Urbanistica per la realizzazione del nuovo plesso scolastico che riguarda anche il destino edilizio della rimanente parte privata da lottizzare, i cui proprietari dovranno presentare al Comune di Rieti un piano integrato da affiancare alla futura Minervini.
L'accordo
Ma al mondo della giustizia reatino ben poco o nulla importa degli sviluppi futuri, l’attenzione è piuttosto rivolta al proseguio del cammino della “cittadella giudiziaria” che rappresenta un’occasione storica per risolvere l’annoso problema legato alla carenza di spazi di cui soffre il palazzo di giustizia, sulla cui realizzazione hanno già espresso piena adesione la presidenza del Tribunale, la Procura della repubblica, il Consiglio dell’ordine degli avvocati, il Consiglio d’istituto della Sisti – Minervini e anche il ministero della Giustizia, pronto a farsi carico dei lavori di adeguamento degli spazi interni. Insomma, c’è l’accordo di tutti, e la speranza è che si arrivi a concretizzare un progetto che blindi la struttura, pronta a opporsi a eventuali, nuovi tagli, che potrebbero riguardare i piccoli tribunali di provincia se in via Arenula si deciderà di rimettere mano alla revisione della geografia giudiziaria che il Covid ha fermato.
L'ex Zuccherificio
Brucia ancora, infatti, la fallita costruzione alla fine degli anni 90 del nuovo tribunale che doveva avvenire riconvertendo una parte dell’ex Zuccherificio di viale Maraini. A mandare in fumo un piano già approvato e finanziato dallo Stato con trenta miliardi di lire messi a disposizione della società Edilprò, incaricata di eseguire i lavori, fu uno scontro tra interessi che vide contrapposte la proprietà dello stabilimento dello zucchero e quella dell’ex Montecatini, che denunciò di essere stata penalizzata al momento della scelta da parte del Comune. Rivalità politiche interne alla sinistra e una lobby trasversale comprendente anche avvocati, contraria al trasferimento del palazzo di giustizia in viale Maraini, furono decisive per il naufragio del progetto.