Una prima soluzione ai limiti imposti alla cronaca giudiziaria dalla legge Cartabia sulla presunzione di non colpevolezza di un cittadino sottoposto a indagini e processi, fino a quando non intervenga nei suoi confronti una sentenza definitiva, viene proposta dal tribunale di Milano, dove in un documento firmato dal presidente del Tribunale Fabio Roia, dal procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Antonino La Lumia, dalla presidente della Camera penale di Milano, Valentina Alberta, e dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Riccardo Sorrentino, viene fissato un decalogo per la diffusione delle informazioni. In questo modo si cerca di sollevare la cortina di silenzio quando le notizie sono relative a reati gravi e di indubbia rilevanza pubblica. E' quanto, da tempo, chiedono le associazioni giornalistiche e, in particolare, quelle dei cronisti giudiziari, affinchè possa essere garantita un'informazione corretta e di interesse collettivo.
Le regole
Innanzi tutto, viene considerato preminente l'interesse pubblico alla diffusione di informazioni sui procedimenti penali, sempre restando nel rispetto della presunzione di innocenza, interesse pubblico connesso alle esigenze del procedimento penale o alla particolare gravità del fatto. Casi emblematici sono la necessità di individuare gli autori del reato, la sussistenza di motivi di sicurezza, la prevenzione di turbative dell’ordine pubblico o di commissione di altri reati. Si stabilisce che tali comunicazioni devono essere imparziali, essenziali e sobrie. Non sono indicate, a meno che non sia necessario, le persone coinvolte, mentre l’indagato/imputato ha in diritto di non essere indicato come colpevole. La Procura può fornire chiarimenti alla stampa per correggere eventuali imprecisioni nelle notizie.
Viene regolamentato, inoltre, l’accesso dei giornalisti agli atti non coperti da segreto: l’”interesse” richiesto dall’articolo 116 del codice di procedura penale per il rilascio tempestivo delle ordinanze applicative di misure cautelari, verrà valutato, caso per caso e senza automatismi, considerando l’interesse pubblico (diverso da quella che presiede alle comunicazioni dell’Autorità giudiziaria), in base a un decalogo, proposto dall’Ordine dei giornalisti e stilato da un gruppo di lavoro. Secondo il decalogo, nelle richieste e nelle istanze ai sensi dell’articolo 116 del codice di procedura penale, può essere considerato sussistente un interesse ad acquisire copia degli atti che non siano coperti da segreto se, a livello nazionale o a livello locale: 1 - Il reato in questione è molto grave o ha caratteristiche tali da incidere nella quotidianità di una comunità, di una città o della vita civile nazionale, o nella visione del mondo dei lettori, anche sotto il profilo etico e di costume. 2 - C’è una connessione o una contraddizione tra un ufficio, un mandato, un ruolo sociale o una funzione anche professionale di una persona e l’azione per la quale è accusata, soprattutto – ma non solo – se le è richiesto il rispetto della credibilità, della fiducia dei cittadini e del decoro. 3 - C’è una connessione tra la posizione di una persona nota, anche a livello locale o in ambienti ristretti ma rilevanti per la vita sociale, e il crimine di cui è accusato, oppure se il crimine di cui una persona è accusata è contraria alla sua immagine pubblica. 4 - un crimine grave è commesso in pubblico. 5 - è stato effettuato un arresto in flagranza. 6 - E' stato emesso un mandato d’arresto o un fermo su iniziativa della polizia giudiziaria. 7 - In tutti gli altri casi in cui l’attenzione del pubblico abbia inequivocabilmente mostrato una solida rilevanza sociale e civile per il procedimento. 8 - In tutti quei casi dove l’azione del potere giudiziario limita la libertà personale dell’individuo e dunque è soggetta all’interesse giornalistico in funzione democratica, sia in fase di indagine preliminare sia in fase processuale, anche con specifico riferimento alla tutela della presunzione di innocenza nel processo penale.
È richiamata nel documento inoltre, per i processi penali e civili, e sempre in presenza di un interesse pubblico, la possibilità di un’informazione provvisoria su decisioni e sentenze, in particolare all’esito della camera di consiglio.