Era un altro dei magistrati che hanno scelto la Sabina come buen retiro, comoda da raggiungere a poca distanza da Roma, dove trascorrere periodi di riposo lontano dall’attività condotta nei tribunali. Italo Ormanni, l’ex procuratore aggiunto di Roma, scomparso a 87 anni, tra le figure che hanno lungamente dominato nelle cronache giudiziarie nazionali per essere stato legato alle inchieste su alcuni dei più clamorosi episodi avvenuti in Italia, dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, al delitto di Simonetta Cesaroni, in via Poma a Roma, passando per l’omicidio della studentessa Marta Russo, avvenuto all’università La Sapienza, per finire alle numerose indagini dirette contro la criminalità organizzata e le nuove Brigate Rosse (omicidio Massimo D’Antona), sarà ricordato dai sabini per aver scelto una casa in campagna nel comune di Montopoli per soggiornarci con la famiglia quando il lavoro glielo consentiva.
Una presenza e una frequentazione discreta quella del magistrato, nata dietro la spinta di un cancelliere, originario della zona, ma diventata di dominio pubblico quando a Poggio Mirteto, nel 2009, si presentò all’inaugurazione della nuova sede della sezione distaccata del tribunale, in via Riosole, reduce da una trasferta compiuta in Brasile in veste di capo del Dipartimento affari di giustizia del ministero della giustizia, in cui aveva sostenuto la richiesta di estradizione in Italia del terrorista Cesare Battisti, ricercato per una serie di omicidi e arrestato dopo molti anni di latitanza. Italo Ormanni, come ospite, diede ancor più lustro alla storica giornata, accolto nella nuova sede di via Riosole dal sindaco Fabio Refrigeri, dalla prefetta Silvana Riccio, dal presidente del tribunale di Rieti Mario Bresciano (poi diventato presidente a Roma), da magistrati, avvocati del Cenacolo Forense Sabino e del Consiglio dell'ordine, ed esponenti politici. Il magistrato mostrò di apprezzare molto lo sforzo finanziario compiuto dal Comune per dotare la Sabina di una struttura efficiente, nata sulle ceneri della soppressa Pretura, e sostenere la giustizia di prossimità che i tagli del Governo Monti, nel 2012, dei quali rimase vittima anche la sezione di Poggio Mirteto, hanno compromesso e che adesso sta registrando un'inversione di tendenza nelle intenzioni di una buona parte della politica italiana, che chiede la riapertura di molti piccoli tribunali.