Elezioni per nominare il nuovo Csm, in corsa le ex toghe reatine Mario Palazzi e Paola D'Ovidio

19/07/2022
Seduta del plenum
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Due magistrati che hanno mosso i primi, importanti passi della loro carriera indossando la toga a Rieti, sono in lizza per conquistare un posto nel nuovo Csm, l’organo di autogoverno della magistratura, frutto della riforma Cartabia, che sarà rinnovato il 18 e 19 settembre. Sono Mario Palazzi, oggi sostituto procuratore distrettuale di Roma, giudice titolare di numerose inchieste sulla criminalità organizzata romana e sui reati nella pubblica amministrazione, e Paola D’Ovidio, sostituto procuratore generale della Cassazione. I togati da scegliere saranno 20: 2 per la legittimità (collegio unico nazionale), 5 pm (due collegi), 13 giudicanti (quattro collegi).

Mario Palazzi si presenta candidato per AreaDg, come Pm nel collegio 1, Paola D’Ovidio per Magistratura Indipendente, entrambi in possesso di un curriculum professionale arricchito dall’impegno profuso nei diversi ruoli ricoperti nel corso degli anni. Mario Palazzi, magistrato inquirente sin dalle origini, è stato pubblico ministero a Rieti nei primi anni 2000, una delle stagioni più proficue che la Procura ricordi, componente della squadra guidata da Alfredo Rossini, poi diventato procuratore a L’Aquila, prima di vivere un’esperienza ministeriale e tornare, poi, a indossare la toga alla procura di Roma dove è entrato nel pool guidato da Paolo Ielo. Schierato per il No in occasione dei referendum sulla giustizia, il dottor Palazzi è tornato in Sabina partecipando a maggio a un affollato convegno dove si è confrontato con il presidente delle Camere Penali italiane Gian Domenico Caiazza, schierato per il fronte del Si.

Paola D’Ovidio è stata, invece, Pretore del lavoro a Poggio Mirteto e a piazza Bachelet, tra il 1993 e il 1999, occupandosi di delicate vertenze, tra cui quelle relative ai dipendenti dell’ex Banca Popolare di Rieti, pedinati e fotografati durante l’orario di servizio da uno 007 ingaggiato dall’istituto di credito, perché sospettati di non svolgere correttamente il proprio compito (la sentenza che accolse le ragioni della banca e respinse il ricorso dei lavoratori, fu recensita a livello giuridico italiano), e all’ex direttore di un’agenzia romana della Cassa di Risparmio di Rieti, licenziato perché accusato di aver favorito la concessione di finanziamenti miliardari senza garanzie a clienti risultati insolventi. Nel 2019, all’indomani dello scandalo Palamara, la D’Ovidio fu nominata ai vertici di Magistratura Indipendente.