Era stato aperto nel 2009, dopo anni di battaglie (soprattutto) politiche, con il ripescaggio di un primo progetto, riveduto e corretto, risalente al 1981. Una struttura moderna, considerata come un modello da copiare, e per alcuni anni è andato tutto (o quasi) bene nella casa circondariale Nuovo Complesso di Vazia, dove nel 2011 fu anche inaugurata dall’ex Garante dei detenuti, Angiolo Marroni, una falegnameria per consentire ai detenuti di apprendere un mestiere in vista del ritorno in libertà. Ogni cella ospitava due detenuti, mentre oggi il numero è quasi raddoppiato: a fronte di una capienza ufficiale di 289 unità, alla fine di aprile si era arrivati a sfiorare il tetto dei 500 reclusi (oltre la metà sono di nazionalità straniera), secondo i dati diffusi dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Nelle ultime settimane c’è stata una diminuzione, ma il numero resta sempre alto e il problema resta. Oggi, a distanza di 15 anni, il carcere di Rieti è tra i penitenziari più sovraffollati del Lazio, un’emergenza aggravata dalla carenza di personale che sarà mitigata solo con l’arrivo di 34 nuovi agenti di polizia penitenziaria e rinforzare l’organico in affanno. Ma non basterà a risolvere i problemi, per questo la Camera penale di Rieti ha organizzato un evento il 9 luglio, presso la sede della Camera di Commercio (ore 15,30), dove il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, parlerà della difficile situazione insieme alla direttrice del Nuovo Complesso Chiara Pellegrini, al sostituto procuratore della repubblica Edoardo Capizzi e all’avvocata Maria Brucale, componente dell’Osservatorio sulle carceri dell’Unione nazionale delle Camere penali.
“Abbiamo voluto accompagnare il titolo dell’incontro con l’esortazione “non c’è più tempo”, proprio perché questa situazione di emergenza richiede interventi risolutivi e serie riforme strutturali che, allo stato attuale, il legislatore ha promesso, ma non ha messo in pratica” sottolinea l’avvocata Gioia Sambuco, presidente della Camera penale che, insieme al direttivo appena rinnovato e al collega avvocato Marco Arcangeli, referente dell’associazione per il carcere di Rieti, è impegnata ad accendere i riflettori sulla difficile situazione in cui versa la struttura di Vazia. Ma, oltre al sovraffollamento, restano irrisolte altre questioni che si trascinano da tempo, come la mancata attivazione della sezione riservata ai semi liberi (soggetti che possono uscire la mattina per andare a lavorare e rientrare in carcere la sera per dormire, beneficio potenziato dalla legge Cartabia per condannati a pene non superiori a quattro anni), oppure la piena utilizzazione del reparto medico, dove non è possibile assistere un detenuto per patologie ordinarie, ma obbliga i sanitari a ricoverarlo in ospedale costringendo la direzione a distaccare agenti per il servizio di piantonamento. Intanto, l’emergenza carceri ha portato i penalisti italiani a proclamare l’astensione dalle udienze dal 10 al 12 luglio, e anche la Camera penale di Rieti prenderà parte alla manifestazione organizzata a Roma dall’Unione nazionale.