Eutanasia, al convegno giuridico internazionale di Rieti confronto tra le religioni

16/07/2021
Due giorni di dibattito
Due giorni di dibattito
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Resta, a distanza di 35 anni, un unicum nel dibattito in corso da lustri attorno all’eutanasia, e tornato al centro di un’iniziativa popolare con il referendum "Eutanasia legale”, promosso dalla Lega e dal partito Radicale per spingere il Parlamento ad approvare finalmente una legge sul fine vita.

Fu il primo convegno giuridico internazionale quello che si svolse a Rieti il 25 e 26 ottobre 1986, con al centro il tema «Vivere: un diritto o un dovere?». Una due giorni presieduta da Mario Barba, presidente aggiunto della Cassazione, e Cesare Mirabelli (iniziò la carriera in magistratura come giudice a Rieti), vice presidente del Csm e futuro presidente della Corte Costituzionale, che per la prima volta, dopo la presentazione nel 1984 di un disegno di legge sull’eutanasia (mai approvato) da parte del deputato Loris Fortuna (morto pochi mesi dopo di cancro), riuscì a mettere insieme al Circolo di Lettura studiosi, giuristi, teologi, medici, docenti universitari e anche personaggi del mondo dello spettacolo, uniti nella discussione attorno a una problematica così importante. Per fornire un’idea dello spessore dei partecipanti, basterà ricordare che nella Sala degli Specchi si alternarono, tra gli altri, personaggi come il rabbino capo della comunità  israelitica di Roma Elio Toaff, il teologo francese Andrè Dumas, il senatore e futuro ministro della Giustizia Giuliano Vassalli, lo psichiatra Antonino Jaria, il docente della facoltà valdese di Teologia di Roma Paolo Ricca.

Il convegno - organizzato dall’Ordine degli avvocati di Rieti, presieduto da Giovanni Vespaziani, e dalla sottosezione dell’Associazione nazionale magistrati, con il prezioso apporto del Comitato organizzatore presieduto dall’avvocato Antonio Belloni, non riuscì ovviamente a mettere d’accordo cattolici, ebrei, chiesa valdese, protestanti, ma ebbe l’indubbio merito di affrontare, in un confronto tra tutti i protagonisti, un tema che a distanza di oltre tre decenni non trova ancora una soluzione legislativa.

 La testimonianza

Tra i protagonisti, sarà ricordata l’attrice Sandra Milo, autrice di una confessione in cui raccontò di come aveva aiutato la mamma a morire: «Il mio fu un atto di amore verso la persona che ho amato di più». Una testimonianza drammatica quella dell’artista, in quel periodo impegnata nel film «8 e 1/2» di Federico Fellini, che descrisse il dramma di una donna anziana, malata terminale, che invocava dal suo medico un’iniezione per non soffrire più. «Ricordo che le davo delle gocce di caffè e latte, lei stava a letto immobile, non poteva muoversi nemmeno per asciugarsi la bocca», disse la Milo. L’attrice, in seguito, fu denunciata e indagata dalla procura di Roma ma il procedimento finì in prescrizione.

Industria e cultura

Il convegno segnò l’esordio ufficiale dell’industria nella veste di sponsor di iniziative culturali al fianco del mondo della giustizia. Un abbinamento, quello con la Texas Instruments, che aveva motivazioni molto semplici: la volontà da parte della multinazionale americana, illustrata in apertura dei lavori dall’amministratore delegato Roberto Schisano, di ricercare un nuovo rapporto con la realtà locale. Un solco già tracciato con altre iniziative di preparazione, spiegò Fulvio Caputi, all’epoca direttore delle relazioni esterne della Texas, nell’ottica di favorire promozioni culturali destinate a rafforzare il ruolo dell’industria sul territorio, fino a quel giorno riservato al patrocinio di manifestazioni sportive (meeting internazionale di atletica leggera) e dello spettacolo, ma che con il convegno sull’eutanasia fece il salto di qualità affiancando un eventi di portata internazionale. Collaborazione che trovò poi nella disponibilità della Banca Popolare di Rieti un altro prezioso sponsor per la pubblicazione degli atti del convegno in un volume che racchiude interventi e relazioni sui lavori.