Giustizia malata, processo all'attentatore del Giudice di Pace di Poggio Mirteto

14/11/2020
La sede giudiziaria
La sede giudiziaria
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Nel mondo della giustizia può anche accadere che un cittadino, uscito sconfitto da una causa in tribunale, decida di diventare egli stesso il giudice e di emettere la sentenza che più gli sembra giusta. E’ il caso di un  anziano ultrasettantenne che a novembre 2019, deluso per l’esito di una controversia civile che gli aveva dato torto, aveva deciso di farsi giustizia da solo arrivando a sparare all’avvocato della controparte a cui il tribunale aveva dato ragione. Un senso di insana rivalsa, che rischiò di costare la vita al giudice di pace di Poggio Mirteto, Antonio Di Silvestro, che di professione fa l’avvocato, contro il quale Umberto P., catanzarese di origine, sparò diversi colpi di pistola aspettando che uscisse dal suo studio legale di Monterotondo.

L'agguato in strada

Di Silvestro deve la vita alla sua prontezza di riflessi perchè riuscì a mettersi al riparo mentre l’anziano sparava impugnando una Beretta 7,65, al punto che uno dei proiettili finì per infrangere la vetrata del vicino ufficio postale. La motivazione urlata dall’uomo quando fu bloccato dai carabinieri dopo il fallito attentato, fu quel “Mi ha rovinato”, indirizzata alla vittima, facendo riferimento alla sentenza del tribunale che aveva accolto le ragioni del rivale, respingendo le sue. Quale era la colpa di cui si sarebbe macchiato il legale? Quella di aver svolto bene il proprio mandato, difendendo il cliente in una disputa nata per risolvere questioni di confine tra vicini, in una giustizia che, non di rado, offre momenti di pura follia come quello registrato a Monterotondo.     

Rinvio a giudizio

Adesso Umberto P. dovrà comparire in tribunale a gennaio 2021, perché il gip di Perugia, competente a giudicare reati che riguardano magistrati del distretto di Roma, accogliendo la richiesta della procura sulla evidente prova raggiunta della responsabilità dell’imputato, ha disposto il processo con giudizio immediato davanti al tribunale umbro per i reati di tentato omicidio, detenzione illegale di armi (oltre alla pistola Beretta con matricola abrasa, utilizzata per l’attentato, il pensionato aveva in tasca anche un coltello a serramanico lungo 28 centimetri) e ricettazione.

L’imputato si è visto respingere la richiesta del suo difensore di essere sottoposto a perizia psichiatrica, ma sarà giudicato con il rito abbreviato che potrà garantirgli uno sconto di pena. Il giudice ha ammesso anche le costituzioni di parte civile, oltre che dell’avvocato Di Silvestro, anche del Consiglio dell’ordine di Tivoli e dell’Unione degli Ordini forensi del Lazio.