Il tribunale di Rieti, definito come la Cenerentola del Lazio, fotografato dalla Corte di Appello che nella relazione illustrata dal presidente Giuseppe Meliadò evidenzia carenze e sofferenze. A partire dalla scopertura dell’organico del personale amministrativo, pari al 37 per cento (mancano un dirigente, 3 cancellieri, 6 assistenti giudiziari, 1 autista e 7 ausiliari), per poi continuare con le difficoltà nel funzionamento dei nuovi sistemi informatici introdotti anche in seguito alla legge Cartabia (isultano particolarmente colpiti i magistrati dell’ufficio Gip/Gup), locali insufficienti a ospitare tutte le attività e qualche settore in affanno nello smaltimento dei fascicoli (conseguenza diretta del dimezzamento delle toghe causato da trasferimenti e congedi), strumentazioni inadeguate. Emerge, al di là dei dati statistici, la realtà di un tribunale che appare troppo piccolo rispetto alle esigenze. Il rapporto – redatto sulla base dei dati registrasti nell’arco di un anno, da giugno 2023 a giugno 2024 – mette in evidenza aule di udienza insufficienti (sarà sufficiente ricordare che durante l’emergenza pandemica alcuni processi, particolarmente affollati, sono stati celebrati nell’aula consiliare della Provincia) in caso di sovrapposizione delle cause, tanto da costringere i magistrati a utilizzare le proprie stanze dove, per carenza di spazi, in alcuni casi devono “convivere” con gli addetti all’ufficio per il processo, nonché il totale sottodimensionamento, rispetto alle necessità, dei locali destinati a ospitare archivi e corpi di reato.
Il rilievo ripropone l’importanza di proseguire, da parte del Comune, nell’attuazione del progetto di ampliamento dell’attuale sede di piazza Bachelet realizzando la cittadella giudiziaria che, dopo le premesse favorevoli, sembra essere finito su un binario morto. La costruzione dell’istituto scolastico Minervini, per il quale è stato avviato il cantiere, è infatti propedeutica per trasferire nell’ex scuola altri uffici giudiziari, come i Giudici di pace, attualmente ospitati in via Verani, una sede adeguata per il Consiglio dell’ordine degli avvocati e la creazione di aule per le udienze idonee per ogni esigenza. Questo prevede l’intesa raggiunta tra Comune, avvocati, magistrati, ministero della Giustizia e benedetta dall’ex commissario al Sisma Legnini che ha dato il via libera alla nuova Minervini in un’area diversa della città.
I dati
La relazione evidenzia, poi, l’impiego di strumentazioni non più in grado di supportare l’attività dei giudici e del personale. Si va “dall’inadeguato numero di scanner alla grave penuria o vetustà delle stampanti e la scarsissima operatività dei computer delle camere di consiglio”, per finire “all’assenza di monitor adeguati in relazione al numero delle ore passate al computer dagli addetti all’ufficio per il processo”. Sul fronte del lavoro, i dati indicano nel settore civile la riduzione complessiva dei procedimenti pendenti riferiti alle diverse materie, è stata dello 0,7 per cento, mentre nel penale – settore monocratico – la diminuzione delle pendenze si è attestata all’11 per cento. Sono aumentati i processi collegiali, con un incremento del 31,6 per cento e sono aumentate le sentenze, determinando una pendenza finale dell’11 per cento. I dati che emergono dall’attività dell’ufficio Gip/Gup indicano, invece, un calo delle definizioni che sono state 1854, a fronte delle 2735 dell’anno precedente, con una significativa riduzione del 32,2 per cento, che comporta un aumento del numero delle pendenze finali: 1369 rispetto alle 860 dell’anno precedente.
I reati
Sul fronte dei reati, il rapporto segnala l’aumento nella provincia di Rieti dei reati di genere, come violenze sessuali, stalking (spesso legati a fatti avvenuti in ambito familiare) e di maltrattamenti in famiglia, che comportano la richiesta di misure cautelari, anche non detentive. In crescita anche i procedimenti per truffa, conseguenti all’assegnazione di fondi per l’autonoma sistemazione dopo il terremoto del 2016, e di false dichiarazioni per ottenere il reddito di cittadinanza.