La procura reatina perde un pezzo e uno degli ultimi sostituti giunti a piazza Bachelet cambia ufficio e destinazione: Tommaso Giovannetti, dopo poco più di tre anni dal suo arrivo a Rieti, è stato assegnato all’Ufficio Studi e Documentazione del Consiglio Superiore della Magistratura e, di conseguenza, esce dal ruolo organico. Il pm andrà a ricoprire il posto lasciato vacante da Pasquale Serrao D’Aquino, approdato alla procura generale presso la Cassazione, una scelta ratificata dal plenum del Csm che ha preferito Giovannetti rispetto ad altre tredici candidature presentate da giudici che, in alcuni casi, vantavano una maggiore anzianità di servizio, tre dei quali avevano provveduto nel frattempo a ritirare la domanda perché assegnati ad altri incarichi. Il giudice, 44 anni, originario di Lucca, in possesso della seconda valutazione di professionalità, era approdato alla Procura di Rieti dopo aver ricoperto la stessa funzione di sostituto procuratore presso la Procura di Nuoro, sede dove era stato assegnato nel 2015 al termine del periodo di tirocinio. A favore del sostituto hanno pesato i giudizi estremamente positivi formulati nei suoi riguardi dai capi dei due uffici dove ha operato, a partire dalla procura generale di Cagliari che l’ha utilizzato con pubblico ministero nei processi come delegato della procura distrettuale, sottolineandone l’impegno particolarmente profuso nel campo dei reati societari, economici e della pubblica amministrazione.
Trasferito a Rieti nel 2019, il dottor Giovannetti è stato elogiato per il particolare impegno con cui si è dedicato allo smaltimento di un arretrato di 878 fascicoli, relativi a noti, risalenti al periodo tra il 2012 e il 2019, 700 dei quali definiti, abbattendo in questo modo il carico di insoluti, oltre a occuparsi della materia cosiddetta delle “fasce deboli”, riportando pareri e rapporti favorevoli in merito alla qualità del lavoro giudiziario svolto e ai criteri organizzativi. Nei tre anni di attività a piazza Bachelet, il magistrato ha poi rappresentato l’accusa in Corte di Assise in un processo di omicidio avvenuto nel 2019, conclusosi con la condanna dell’imputata a 24 anni di reclusione per aver ucciso il marito. Sulla scelta del Csm ha poi pesato l’intensa attività di ricerca condotta negli anni dal magistrato, con riferimento alla pubblicazione di lavori editoriali e la partecipazione a decine di convegni e seminari su temi di diritto costituzionale, oltre ad aver prestato un periodo di serviziio presso l’ufficio del Massimario della Consulta. Il Csm ha ritenuto che, sebbene tutti gli altri magistrati presentassero curricula apprezzabili, di privilegiare il profilo professionale del dottor Tommaso Giovannetti che appare, alla luce dei parametri fissati nel bando, il più adeguato a ricoprire l’incarico.