E’ uno dei grandi misteri della cronaca italiana che, da trent’anni, cerca di dare risposta alle tante domande ancora irrisolte che circondano la tragedia della Moby Prince, il traghetto passeggeri di una compagnia privata di navigazione, che la notte del 10 aprile 1991, finì contro una petroliera della Agip Abruzzo nella rada antistante il porto di Livorno, incendiandosi. Le vittime di quel disastro marittimo furono 140, una morte arrivata lentamente per i passeggeri e i membri dell’equipaggio perché i soccorsi sulla nave in fiamme, lasciata alla deriva, arrivarono solo la mattina successiva all’allarme scattato nella notte, e quando le prime squadre salirono a bordo non trovarono più nessuno in vita.
Iniziarono, da subito, a rimbalzare interrogativi sui motivi del grave ritardo registrato negli interventi e, soprattutto, a insospettire fu la scomparsa della “scatola nera”, lo strumento che registra ogni movimento e attraverso la lettura dei dati può chiarire le cause di un incidente. Ma non solo quello, perché la storia della Moby Prince appare molto più articolata e complessa, e si intreccia anche con l’atteggiamento mostrato dai responsabili di una base americana, vicina all’area della tragedia, che negarono (senza essere creduti) di avere tracciati e registrazioni utili a ricostruire le fasi della tragedia, e perfino di avere un radar (!).
L’opera
Sulla vicenda del più grave disastro della marineria civile italiana e sui misteri che ancora la circondano, un libro a fumetto curato dal giornalista Fabrizio Colarieti, redattore del quotidiano La Notizia Giornale e collaboratore dell’agenzia Ansa, nonchè curatore di un sito dedicato alla strage di Ustica, ne ripercorre tutte le tappe, a partire dagli allarmi raccolti in ritardo dopo l’impatto tra il traghetto e la petroliera. Colarieti lo fa insieme a Andrea Vivaldo, un grafico e disegnatore che al suo attivo ha già altri lavori dedicati a Rina Fort, al giallo di Ustica (insieme a Colarieti) e ad altri casi di rilevanza internazionale. In “Moby Prince, la notte dei fuochi” (edizioni BeccoGiallo, costo 20 euro, tredicesima opera di una collana a fumetti dedicata a stragi e delitti eccellenti d’Italia), il viaggio nel mistero e nell’orrore si sviluppa attraverso 196 pagine, la maggior parte delle quali illustrate dai disegni di Vivaldo, che ben aiutano a comprendere quanto accaduto nelle acque livornesi.
Nelle vignette sono riportati centinaia di dialoghi intercorsi tra i protagonisti di quella notte, (molti tratti da dichiarazioni e trascrizioni ufficiali delle comunicazioni via radio), che finiscono per trasmettere nel lettore la sensazione di vivere da vicino un dramma di tale portata e gravità, che nessun programma televisivo dedicato alla ricostruzione del caso, è mai riuscito a suscitare. Pagine che si fanno leggere con intensità crescente, quasi la soluzione del giallo si profili imminente nel capitolo successivo. Colarieti e Vivaldo affrontano gli aspetti più coinvolgenti dell’intera storia, capaci di ricostruire, senza sbavature, una tragedia sulla quale ancora restano ombre e domande senza risposta.