L'addio di Pierfrancesco de Angelis, sei anni tra emergenza Covid e fughe di magistrati

13/09/2024
Il congedo
Il congedo
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Un addio senza retorica, ma, piuttosto, accompagnato dall’apprezzamento nei confronti di chi ha collaborato nei momenti più difficili di un’esperienza durata sei anni alla guida del tribunale di Rieti. Pierfrancesco de Angelis, neo dirigente della sezione Gip/Gup del tribunale di Roma, si è congedato con una frase che riassume il suo stato d’animo: “Doveva accadere e questo momento è arrivato, ma il tribunale mi mancherà, come anche la città che mi ha ospitato e dove ho lavorato bene, nonostante i problemi causati dal Covid e superati, soprattutto, grazie alla collaborazione degli avvocati quando si è trattato di disciplinare attività e accessi nelle cancellerie”. Il presidente dell’Ordine, Attilio Ferri, ha confermato: “Il tribunale di Rieti è stato il primo a riaprire nel Lazio non appena le condizioni sanitarie lo hanno permesso. Preziosa è stata l’intuizione del dottor de Angelis e del presidente Sabatini (il giudice che ora svolge le funzioni di supplente, oltre a ricoprire altri incarichi per sopperire alle assenze dei colleghi) di far celebrare nell’aula della Provincia i processi, in primis quelli sul terremoto, e questo conferma le capacità organizzative del dottor de Angelis che, nei momenti più difficili, non ha mancato di dare ascolto alle esigenze dell’avvocatura”.

Le difficoltà

All’apprezzamento per il foro, in aggiunta l’ex presidente ha sottolineato anche il grande apporto ricevuto dal personale e, in particolare dalla sua segreteria. Il magistrato se ne va in un momento di grande difficoltà per la giustizia reatina, e lui non lo nasconde, perché l’emergenza organico, tra trasferimenti e assenze, ha portato il numero dei giudici a ridursi quasi del cinquanta per cento. Lo stesso de Angelis, andando oltre i suoi compiti presidenziali, non si è tirato indietro quando si è trattato di presiedere il collegio penale oppure di svolgere le funzioni di giudice dell’udienza preliminare, già ricoperte a inizio carriera a Roma: “Il tribunale incontrerà ora oggettive difficoltà con la mia partenza, ma spero che possa superare presto questo momento”.

Certo, non si aspettava quando è arrivato a Rieti, nel 2018, che cinque degli otto  nuovi magistrati assegnati al tribunale, decidessero nel giro di pochi anni di traslocare al Tar o al Consiglio di Stato, e questa fuga, unita all’emergenza Covid, lo ha costretto a operare un continuo rimescolamento di funzioni tra i giudici superstiti, tanto che a subirne gli effettivi negativi è stata soprattutto la sezione Lavoro, fiore all’occhiello sin dagli anni 90 del tribunale, con titolari di riconosciute capacità a partire dall’ex pretore Paola D’Ovidio, per proseguire con Claudia Canè, Valentina Cacace e Rosario Carrano.

Il primato nelle separazioni

Un primato, però, la gestione de Angelis l’ha messo a segno, e di questo gli avvocati che si occupano del diritto di famiglia gliene hanno dato atto: il tempismo nel definire le cause di separazione legale consensuale tra coniugi, spesso definita in una settimana tra il deposito della domanda delle parti e l’omologa della sentenza. Tutto grazie alla rapida fissazione delle udienze con gli avvocati e abbattendo i tempi precedenti troppo lunghi delle notifiche, migliorando i passaggi telematici di fascicoli che impiegavano troppo tempo per scendere dal secondo al primo piano, dove c’è la procura, e altrettanto per risalire. Adesso è il pubblico ministero che, invece, sale ed esprime il parere di competenza. Un primato che ha fatto conoscere il tribunale reatino in campo nazionale, collocandolo tra i più efficienti in questo settore.

Poggio Mirteto in salvo

Al dottor de Angelis va anche riconosciuto il merito di essersi costantemente impegnato per la salvaguardia dell’ufficio del Giudice di pace di Poggio Mirteto, sforzi che l’avvocatura sabina gli ha sempre riconosciuto. E in concomitanza con il suo trasferimento a Roma, sono arrivati i tre giudici onorari nominati dal ministero, Marta Polselli, David Perria e Carlo Borromeo, due dei quali, dopo aver svolto il tirocinio saranno destinati a Poggio Mirteto, mentre un terzo resterà a Rieti. In questo modo il presidio, di cui il coordinatore  Perrone sta garantendo il funzionamento dividendosi con la sede capoluogo, non avrà più problemi per molti anni.