Diciotto anni dopo quel 2003, quando arrivò in Sabina, c’era la sezione distaccata del tribunale e in provincia funzionavano altre tre sedi, oltre a quella di Rieti. Oggi il giudice di pace di Poggio Mirteto va in pensione e lascia l’unico presidio giudiziario che ha resistito ai tagli imposti dalla geografia giudiziaria del governo Monti nel 2012, e va in pensione. Antonio Di Silvestro, avvocato di Monterotondo, il 18 gennaio terrà la sua ultima udienza occupandosi di cause civili, poi dal 22 sarà sostituito dal collega Nicola Perrone che si dividerà tra la sede di Rieti e quella di Poggio Mirteto, in attesa che il ministero della Giustizia nomini un nuovo titolare. Almeno, è questa la speranza di tutti, soprattutto perché la Corte di Appello di Roma deve procedere con la pubblicazione dei vincitori del concorso bandito nel 2018, da assegnare nelle sedi vacanti, ma è tutto fermo.
In realtà, un’ultima speranza di poter prolungare la permanenza nell’ufficio di via Riosole, l’avvocato Di Silvestro l’aveva riposta nel Consiglio di Stato, chiamato a esprimersi sull’ordinanza di sospensiva concessa dal Tar dell’Emilia Romagna dopo che due giudici di pace avevano eccepito la legittimità della norma che fissa a 68 anni l’età pensionabile per i magistrati onorari, mentre per i togati è di 70 anni. Ma il massimo organo amministrativo ha accolto l’impugnazione del ministero , confermando l’attuale limite. Adesso è tempo di congedarsi e il Comune si appresta a salutare, nel rispetto delle misure anti Covid, il suo longevo giudice di pace.
Avvocato Di Silvestro, cosa le resta di questa esperienza?
“Sul piano umano è stata positiva, lavorare in una sede giudiziaria di prossimità ti aiuta a conoscere bene le persone, e anche ad aiutarle a capire che quando un procedimento giudiziario si mette in moto diventa più difficile poi trovare un accordo. E, in questo senso, è stata importante l’opera di mediazione che ho svolto più di una volta tra le parti, favorito anche da una conoscenza del territorio e delle varie situazioni. Ricordo, in particolare, un caso in cui due rivali, decisi a farsi causa, alla fine si sono riappacificati davanti a me e si sono messi pure a piangere. Il giudice di pace deve soprattutto comprendere le situazione e cercare una via di uscita quando è possibile”.
Quale ruolo ha avuto il Comune?
“I sindaci che ho conosciuto, e in particolare quello attuale, Giancarlo Micarelli, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno all’ufficio. Ci sono stati periodi di difficoltà in cui la carenza di personale si è fatta sentire e così il comune mandava ad aiutarmi la segretaria comunale, una figura molto capace e altrettanto veloce a verbalizzare durante le udienze. Poi anche il personale fornito da altre amministrazioni, come Torri e Fara Sabina, è stato fondamentale per mandare avanti l’attività. Se dovessi aggiungere una cosa, mi rivolgerei ai comuni che ricadono sotto la competenza di Poggio Mirteto, per ribadire l’importanza della presenza dell’ufficio del giudice di pace per tutta la bassa Sabina, e per invitarli a sostenere lo sforzo di mantenerlo in funzione. Invece i più piccoli sembrano non rendersene conto, forse è un impegno che non paga sul piano elettorale e così diventa un problema secondario. Ricordo sempre quando, dopo la soppressione a Castelnuovo di Porto della sezione distaccata del tribunale, invitai il sindaco di Monterotondo a impegnarsi per istituire una sede del giudice di pace, perché il territorio ne avrebbe guadagnato. Non è successo, e oggi tutti devono andare a Tivoli”.
L’avvocato Di Silvestro, dal 22 febbraio, tornerà a tempo pieno a svolgere la sua attività professionale.