Ma, come, con la crisi di lavoro che investe l’avvocatura, aggravata anche dal fatto che, a volte, riscuotere dal cliente la parcella per la prestazione professionale svolta può rivelarsi più arduo dell’impegno processuale, difficoltà che hanno portato negli ultimi anni molte toghe a cancellarsi dall’albo, preferendo il posto fisso negli enti pubblici o riciclarsi in ambito giudiziario (nell’ufficio per il processo, ad esempio, pur con assunzioni a tempo determinato), colpisce la scelta, non comune, di un legale del foro di Rieti di decidere di limitare i contatti con clienti, e potenziali tali, pregandoli di non disturbarlo oltre un certo orario per rispettare la sua privacy. E lo ha fatto impostando sulla casella di messaggistica whatsapp del proprio cellulare un messaggio, deciso nel contenuto, in cui invita gli interlocutori a “rispettate il riposo dell’avvocato evitando di inviare messaggi e vocali fuori orario che, comunque, non verranno considerati. Se poteste evitare in assoluto i vocali sarebbe ancora meglio. Un avvocato rilassato, lavora meglio di uno irritato”.
Le ragioni
Un comportamento che potrebbe apparire in contrasto con la missione che ispira la professione, ma in realtà il motivo che l’ha ispirato è un altro: “Si, è così – chiarisce subito l’avvocato Francesco Inches, riconfermato membro della Camera penale di Rieti - perché il messaggio, che potrebbe trarre in inganno chi non si rende conto dello stress lavorativo al quale siamo chiamati ogni giorno, in realtà contiene l’invito al cliente a collaborare e a lasciare che il suo legale possa concentrarsi sul mandato anziché essere bombardato da continui messaggi, a volte inutili e inviati nei momenti sbagliati”.
Chi è
Penalista e civilista, 53 anni, giunto al suo ventesimo anno di attività, Inches capisce che questo atteggiamento potrebbe ingenerare equivoci e, allora, la spiega meglio: “Non si può pretendere una continua disponibilità anche se questo potrebbe apparire sgarbato. Io, per il cliente che mi telefona alle tre di notte perché lo stanno arrestando, come è avvenuto, ci sono sempre ovviamente, ma se alla vigilia di Natale, quando sono con la mia famiglia, mi tempesta di richieste di chiarimenti su una procedura esecutiva che sarà discussa dopo un mese in tribunale, a gennaio, beh, francamente lo giudico eccessivo. Le stesse informazioni gliele posso dare qualche giorno dopo. Oppure, il fatto di non tenere conto che c’è anche la domenica in cui l’avvocato ha diritto a riposarsi. Invece, ecco che i messaggi ti arrivano a tutte le ore, per non parlare dei vocali. Il mio commercialista – aggiunge ancora il legale – non lo chiamo mai dopo che ha chiuso lo studio se non è urgente, come vale anche per il medico, perché capisco che c’è una vita privata oltre il lavoro”. Qualcuno potrebbe indispettirsi o recepire in modo distorto la volontà di difendersi dai whatsapp senza limiti? “Ho solo cercato di trovare un modo ironico e gentile per far capire ai clienti che non si può abusare del rapporto di fiducia andando oltre la disponibilità del professionista, è una questione di considerazione personale. Tolta la toga, siamo uomini, e come tali chiediamo rispetto, come quello che portiamo a chi ha riposto in noi la sua fiducia”.