E’ il più anziano dei componenti della squadra di pubblici ministeri che ha affiancato l’ex procuratore della repubblica Giuseppe Saieva durante gli otto anni del mandato, a lasciare Rieti per approdare al tribunale di Roma, dove continuerà a svolgere le funzioni di sostituto procuratore. Lorenzo Francia è rientrato nella graduatoria stilata dal Csm per coprire i posti vacanti a piazzale Clodio, ma la sua partenza non sarà immediata e la data sarà stabilita in accordo con l’attuale procuratrice capo Lina Cusano sulla base delle esigenze dell’ufficio. Lascia, comunque, una procura che appare trasformata in diverse sue articolazioni, soprattutto per quanto riguarda le sezioni di polizia giudiziaria che, in un passato neppure troppo lontano, hanno rappresentato per i magistrati bracci operativi preziosi e indispensabili.
L’attività
Nei dodici anni di permanenza a Rieti, Francia è stato titolare di molte indagini che hanno riguardato soprattutto il mondo della pubblica amministrazione e quello dei reati connessi a violazioni urbanistiche, come la lottizzazione di Colle della Civetta, a Toffia, sulla cui confisca si è espressa anche la Corte Costituzionale dopo un’eccezione sollevata in aula dal pubblico ministero durante il processo. Tra i procedimenti istruiti dal pm va ricordato quello nato dall’inchiesta sull’assegnazione degli appalti da parte della Asl Rieti che, però, appare destinato a passare di mano in quanto, dopo undici udienze interlocutorie, il processo inizierà a entrare nel vivo solo a marzo; quindi gli abusi edilizi connessi alla realizzazione del polo culturale delle Officine Varrone, definito in appello con l’estinzione dei reati dopo la sanatoria pagata dalla Fondazione.
Ancora, l’indagine condotta insieme alla Forestale sulla truffa dei fondi rurali concessi dalla Regione Lazio ad aziende agricole del Reatino che non avevano i requisiti, conclusosi lo scorso anno con diverse condanne, e senza tralasciare il terremoto del 2016. Componente del pool creato dall’ex procuratore Saieva, Francia ha sostenuto l’accusa nel processo per il crollo del campanile di Accumoli, dove è morta un’intera famiglia di quattro persone, conclusosi con una serie di assoluzioni, ma appare scontata da parte del sostituto l’impugnazione in appello del verdetto del tribunale monocratico, almeno per quanto riguarda alcuni imputati.
Il caso Teatro
Dotato di uno stile molto riservato e poco incline al protagonismo, Francia non ha mai amato la ribalta mediatica, neppure quando ci è finito per volontà di altri. E’ il caso di ricordare il sequestro del teatro Flavio Vespasiano, disposto dal sostituto procuratore dopo i ritardi con i quali il Comune di Rieti, in continuazione con quanto non fatto da amministrazioni precedenti, procedeva nella messa in sicurezza dell’edificio. Un sequestro disposto quando la struttura era già chiusa a causa del Covid, quindi senza causare dannose interruzioni di appuntamenti culturali, ma che non gli ha risparmiato la reazione indispettita a mezzo stampa del sindaco indagato Antonio Cicchetti, sentitosi sotto attacco della magistratura, e addirittura di un parlamentare della repubblica, Maurizio Gasparri, sceso in campo per solidarizzare con il suo amico primo cittadino. Una polemica rivelatasi subito senza alcun fondamento giuridico perché il magistrato si era limitato solo ad applicare la legge, e la riprova dell’infondatezza degli attacchi sta nel fatto che il Comune ha poi provveduto a sanare le irregolarità, così come era stato indicato nel provvedimento di sequestro preventivo, ottenendo l’agibilità definitiva del Flavio Vespasiano.