Maestro di sport, protagonista di una stagione felice che ha portato l’atletica reatina a imporsi a livello nazionale e internazionale. Ma anche scultore geniale, autore di lavori esposti in Italia e all’estero, fino a San Pietroburgo, dove il mezzo busto in bronzo raffigurante il cantante lirico Mattia Battistini che aveva realizzato, fu donato al teatro Marrinskyij della città russa che ospitò le esibizioni del tenore sabino. Era il 1998 quando una delegazione di amministratori reatini siglò uno scambio culturale tra le due città nell’ambito del rapporto di collaborazione tra Italia e Russia, e l’opera realizzata da Morsani segnò il momento più importante di quell’incontro. Momenti di una vita intensa, vissuta all’insegna dell’impegno quella del professor Bernardino Morsani, scomparso a 90 anni, che Rieti ha voluto premiare nominandolo nel 2022 cittadino benemerito per aver fatto conoscere la città oltre l’ambito locale.
I lavori
Nativo del quartiere Borgo, stesso ceppo familiare dei celebri fuochisti, di cui si è sempre sentito orgoglioso, tecnico dell’Atletica Rieti sin dalla sua fondazione, egli stesso campione di salto in alto in lancio del disco, allenatore di molti atleti del settore lancio, istruttore presso l’Isef de L’Aquila e dei centri di formazione della Fidal a Formia, insegnante di educazione fisica nelle scuole del capoluogo, Morsani ha affiancato nel corso della sua vita la passione dell’atletica a quella per l’arte. Tra le opere più conosciute, quella del discobolo azzurro Adolfo Consolini, esposta all’Arena di Milano, il mezzo busto di Giulio Onesti, che dopo la seconda guerra mondiale salvò il Coni dalla soppressione e ne fece il simbolo dello sport italiano, ma anche tante realizzazioni a livello locale, comprese le medaglie celebrative di tanti eventi. Su tutte, la statua raffigurante San Felice di Cantalice, che gli fu commissionata dal comitato celebrativo in occasione del centenario, e il monumento che ricorda i Caduti del bombardamento del Borgo, del 1944, affacciato sulla Salaria per L’Aquila, di fronte alla chiesa di San Michele Arcangelo. “La passione per la scultura mi ha sempre accompagnato, trovo in essa fonte di ispirazione e serenità” confidò un giorno mentre effettuava gli ultimi ritocchi alla statua di uno dei Bronzi di Riace destinata a essere esposta a Ito, la cittadina giapponese gemellata con Rieti. Per realizzarla fu necessario ottenere un nullaosta del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, e per tutto il tempo della lavorazione, portata a termine nei locali del castello di Terria messi a disposizione dal duca Piergentile Varano, Morsani fu seguito da un’equipe della prestigiosa rivista National Geographic. E in Giappone fu subito un successo.