Poggio Mirteto, è allarme sui costi in crescita per l'ufficio del Giudice di Pace

23/10/2020
La sede in via Riosole
La sede in via Riosole
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E’ l’unico presidio giudiziario della bassa Sabina, superstite di un felice passato che ha visto prima la presenza della Pretura più importante del Reatino e poi, per tredici anni, della sezione distaccata del tribunale di Rieti, con una competenza territoriale allargata a cinque comuni della provincia romana che, con in testa Fiano, contribuiscono a mantenere alti i numeri dell’attività. Ma i costi per garantire il funzionamento dell’ufficio del Giudice di Pace lievitano in modo costante e Poggio Mirteto si ritrova, da solo, a fronteggiare la maggior parte delle spese per pagare i servizi, oltre a mettere a disposizione  i locali della sede nata dalla ristrutturazione di un ex istituto scolastico.

L’impegno di Micarelli

Il problema è stato affrontato di petto dall’amministrazione mirtense guidata da Giancarlo Micarelli, al punto da coordinare l’iniziativa assunta insieme agli altri uffici dei giudici di pace della regione, di chiedere alla Regione più fondi per far funzionare le strutture e mantenere gli organici che provengono dai ranghi comunali. Il risultato è stato una mezza promessa, resta da capire se si tradurrà in moneta sonante.

“E’ un paradosso che i Comuni siano chiamati a gestire la giustizia – afferma il sindaco di Poggio Mirteto – potrebbero anche nascere delle incompatibilità con i giudici chiamati a occuparsi di questioni locali dove, magari, già hanno operato in un’altra veste. Un problema che nessuno si è posto quando ci hanno delegato l’onere economico. Ma la questione è anche un'altra – aggiunge Micarelli - e riguarda la partecipazione alle spese di tutti gli altri comuni che hanno firmato la convenzione per far funzionare il presidio. La ripartizione è stata fatta sulla base del numero di abitanti di ognuno, così c’è chi versa solo mille euro, ma l’impegno maggiore che supera i 120 mila euro all’anno resta quello di Poggio Mirteto. Un contributo importante arriva da Fara Sabina e Torri, che distaccano a Poggio due dipendenti, ma nel giro delle compensazioni per pagarli alla fine anche noi dobbiamo contribuire in maniera più gravosa. La verità è che a parole tutti i comuni sono pronti a sostenere l’ufficio, ma nei fatti pochi contribuiscono”.  

Il coordinatore

A questa situazione si deve aggiungere l’entrata in vigore nel 2021 di una parte della riforma del giudice di pace che prevede l’aumento dei magistrati onorari e questo si tradurrà in altri impegni per dotare la sede di ulteriore personale. Nel frattempo, a febbraio, andrà in pensione il coordinatore Antonio Di Silvestro, l’avvocato di Monterotondo che a Poggio Mirteto è arrivato nel 2003. “Tra le tante storture della legge  i magistrati togati vanno in pensione a 70 anni e quelli onorari a 65 – afferma -, con un regime transitorio previsto a 68 per i magistrati onorari nominati prima della riforma. Il destino sarà quindi nelle mani del presidente del tribunale di Rieti che, sicuramente, farà di tutto per mantenere questo presidio di giustizia di prossimità che non presenta criticità rilevanti. Confrontato con altri uffici del giudice di pace di pace come Roma, Tivoli e altri da me frequentati come avvocato, sicuramente può essere preso a modello”.

Riforma da rivedere

Riprende l’avvocato Di Silvestro: “Sarà una catastrofe se il legislatore non metterà mano alla riforma della riforma perchè le disposizioni del decreto legislativo 116/2017 sono destinate ad aggravare pesantemente le condizioni economiche dei giudici di pace, che non godono di qualsiasi copertura previdenziale e assistenziale. Non parliamo poi delle cancellerie, perennemente sottodimensionate di personale. Durante il lockdown la cancelleria di Poggio Mirteto ha sempre funzionato per appuntamento personale o per fornire informazioni telefoniche e se siamo riusciti ad arginare la situazione è grazie al personale concesso dai comuni. Il capo ufficio Raffaella Borgioni, distaccata da Fara Sabina, ha consentito alla deviazione delle telefonate sul proprio cellulare privato nei momenti di smart working, lavorando in sintonia con le colleghe Novella Galanti, dipendente del comune di Poggio Mirteto, impegnata nel penale, e Caterina Infante che il Comune di Torri purtroppo ci concede soltanto per due mattine a settimana, troppo poco per il lavoro che svolge nella cancelleria civile.

Per quanto riguarda sentenze, ordinanze, decreti ingiuntivi e fissazione di udienze per i ricorsi presentati contro le sanzioni amministrative – aggiunge il coordinatore - non c’è arretrato da smaltire e i provvedimenti vengono emessi al  massimo entro trenta giorni da quando la causa viene trattenuta in decisione. I rinvii istruttori delle cause civili sono a uno, due mesi, tranne esigenze processuali particolari, mentre per il penale – conclude il coordinatore - l'istruttoria è più laboriosa perché occorre rinnovare frequentemente la notifica del decreto di citazione a giudizio all'imputato o alla parte offesa”.