E’ scattato il conto alla rovescia per la nomina del nuovo procuratore della Repubblica di Rieti, destinato a prendere il posto di Lina Cusano che tra pochi mesi si congederà dalla magistratura per raggiunti limiti di età. La sede di piazza Bachelet resterà vacante dal 15 prossimo settembre e il Csm nella delibera con la quale vengono pubblicati altri posti direttivi e semidirettivi (saranno nominati anche i nuovi procuratori di Terni, L’Aquila, Mantova e Bergamo) ha indicato come termine per la presentazione delle domande da parte dei magistrati aspiranti a ricoprire la nomina, il periodo che va dal 17 aprile al 17 maggio. Tra i papabili candidati, secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbero anche giudici che hanno già militato a Rieti negli anni 90, attualmente titolari di importanti incarichi, ma solo dopo l'apertura del termine di presentazione delle domande sarà possibile verificarlo.
La Cusano era arrivata a Rieti nel 2018 al posto di Giuseppe Saieva, suo ex collega alla Procura di Roma, rimasto alla guida dell’ufficio per otto anni dove ha ricoperto due mandati consecutivi. Ma nel 2020 la nomina della procuratrice uscente era tornata in discussione dopo l’annullamento, da parte del Consiglio di Stato, della delibera assunta dal plenum del Csm in seguito al ricorso presentato da un altro candidato, l’ex sostituto procuratore di Viterbo Francesco Pacifici, che aveva lamentato una sottovalutazione dei propri titoli. Di qui, il compito affidato alla Quinta commissione di rivedere le schede dei due aspiranti. Una sorta di spareggio, quello giocato tra la procuratrice in carica e il collega, risolto da una valutazione che aveva riconosciuto alla prima meriti e attitudini maturati durante il percorso professionale, superiori a quelli attribuiti a Pacifici, ugualmente destinatario di un giudizio lusinghiero, ma con una minore anzianità di servizio che aveva finito per fare la differenza.
Confermata nell’incarico, la Cusano si è trovata a gestire i primi processi, istruiti dal pool di sostituti guidati dal predecessore Saieva, per accertare se nei crolli avvenuti in occasione del terremoto che ha distrutto nel 2016 Amatrice e Accumoli, c’era stata una concausa legata a omissioni e colpe attribuibili a chi aveva avuto l‘incarico di costruire e manutentare edifici, poi distrutti dal sisma, sotto le cui macerie erano morte decine di persone. Alcune sentenze, tra le quali quella relativa alle palazzine Ater (ex Iacp) di piazza Sagnotti, hanno visto la condanna degli imputati e sono adesso in attesa del vaglio di legittimità da parte della Corte di Cassazione.