Reati on line, un libro della Fondazione Aiga Bucciarelli analizza il fenomeno

08/03/2021
La copertina del volume
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I reati commessi attraverso la rete e l’uso dei social network, sono in costante aumento, e questo nonostante l’introduzione di nuove imputazioni nel codice penale, come quella sul reveng porn, tentino di arginare il fenomeno. Una materia che sta procurando molto lavoro agli avvocati, sempre più chiamati a intervenire con azioni legali contro diffamazioni, truffe on line (in forte aumento), violazione della privacy, diffusione illecita di foto e notizie, che pone i giuristi di fronte a delle problematiche che, non sempre, sono di facile soluzione perché la giurisprudenza, in questo campo, si sta ancora formando.

L'opera

Una risposta ai tanti quesiti prova a darla il libro “Social network e diritto” (edizioni Giappichelli, già in vendita on line e presto disponibile nelle librerie giuridiche, con prefazione firmata dal professor Francesco Giorgino), scritto dall’avvocato reatino Francesco Colapaoli, insieme ai colleghi Anna Coppola, Francesca Romana Graziani, Mariarita Mirone e Marco Zonaro, per la collana giurisprudenza e diritto della Fondazione Aiga “Tommaso Bucciarelli”, della quale Colapaoli è diventato vice presidente dopo aver presieduto la sezione di Rieti dell’associazione giovani avvocati.

“La Fondazione - afferma la presidente Giovanna Suriano - esprime soddisfazione per il lavoro svolto con l'approfondimento di un tema di cruciale attualità nel solco dell'alta formazione scientifica che caratterizza il mandato del consiglio di amministrazione", mentre la vice presidente, con delega alla formazione Luisa Carpentieri, si augura che "il progetto editoriale della collana "Giurisprudenza e Diritto" possa essere sempre più implementato con la pubblicazione di altri volumi, a sostegno della formazione dei giovani avvocati.

L'autore

“L’analisi si concentra innanzi tutto sulla natura dei reati commessi – chiarisce Colapaoli – quindi affronta gli aspetti tecnici e processuali, sia in sede civile che penale, afferenti all’attinenza e alla genuinità delle prove raccolte, approfondendo anche gli aspetti legati alla cosiddetta digital forensics. In questo quadro assume un’importante rilevanza il rispetto della privacy, che si impone ai giuristi anche in sede processuale e che deve necessariamente procedere, di pari passo, con il rispetto delle regole deontologiche”.