La Camera Penale di Rieti ha fatto le cose per bene, e sulla questione referendum legato ai temi della giustizia, in votazione il 12 giugno (in molti comuni il voto sarà abbinato a quello per le amministrative), ha organizzato per il 26 maggio un evento che metterà a confronto due rappresentanti di spicco degli opposti fronti referendari. Da una parte ci sarà l’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane, protagonista di una storica campagna che punta a modificare il sistema giustizia in alcuni meccanismi (riforma del Csm e separazione delle funzioni in magistratura, su tutti), dall’altra Mario Palazzi, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, che a Rieti c’è già stato nei primi anni 2000 (fece parte della squadra del procuratore Alfredo Rossini), conducendo una delle prime inchieste sul traffico illecito di rifiuti in Italia (il caso Masan di Magliano Sabina, citato anche in Gomorra), componente a Roma della procura guidata dall'ex capo Giuseppe Pignatone e titolare di inchieste condotte sulla criminalità organizzata, da Mafia Capitale alle imprese del clan Spada di Ostia (tre ergastoli e decenni di carcere inflitti in primo grado), per finire alle indagini svolte sul mondo degli appalti pubblici, come il caso Consip che ha portato al rinvio a giudizio di politici (l’ex ministro renziano Luca Lotti) e imprenditori.
L’iniziativa del confronto (moderato dal giornalista de Il Dubbio Giovanni Maria Jacobazzi) sul tema “Le ragioni del sì e del no”, è stata del consiglio direttivo della Camera penale reatina, presieduto dall’avvocata Morena Fabi, con l’appuntamento fissato alla Sala dei Cordari (ore 15), vicino alla sede del tribunale, e la possibilità per i cittadini di assistere a un dibattito, introdotto dai saluti del presidente del tribunale Pierfrancesco de Angelis, della procuratrice Lina Cusano e del presidente del Consiglio dell’ordine Attilio Ferri, per arrivare a comprendere più a fondo i contenuti dei quesiti referendari.