Nel penale sta per prendere corpo la riforma Nordio che prevede, tra le varie novità come l’abolizione del reato di abuso di ufficio, anche la modifica sulla custodia cautelare in carcere, che prevede che a decidere sull’emissione di un provvedimento restrittivo a carico di un indagato sia un collegio di tre giudici anziché uno solo, come attualmente avviene, rivoluzione destinata a incidere pesantemente sull’organico delle toghe del tribunale di Rieti. In attesa dell’approvazione definitiva dopo il voto favorevole del Senato, e della successiva entrata in vigore, a piazza Bachelet avanzano le previsioni su quanto potrà accadere con le nuove regole. I calcoli non sono difficili da fare, è il presidente Pierfrancesco de Angelis a ventilare le possibili difficoltà future.
“In un tribunale piccolo come il nostro – spiega il magistrato - sarà un problema perché nella sezione penale abbiamo solo quattro giudici, il presidente di sezione Carlo Sabatini, Alessio Marinelli, Giorgia Bova e Claudio Prota, oltre ai due gip Riccardo Porro e Floriana Lisena. Se noi applichiamo tre di loro al collegio, poi diventeranno incompatibili nello svolgimento degli atti successivi e, nel caso di un dibattimento, per completare il collegio giudicante, sarà necessario attingere tra i colleghi del civile. Per questo confido, anche se ci vorrà ancora del tempo per l’attuazione della riforma dopo l’approvazione, nel potenziamento dell’organico con la nomina da parte del ministero di altri due giudici”.
Organico carente
Timori che sorgono anche in riferimento ad altri problemi legati all’organico insufficiente, come si verifca nel caso della sezione del lavoro, considerato da decenni un fiore all’occhiello del tribunale, che dopo il trasferimento di Rosario Carrano al Tar del Lazio avvenuto nel 2023 e diventato, ora, componente del Consiglio di Stato, non riesce a trovare una stabilità. Dopo la breve parentesi affidata alla giudice Giorgia Bova, tornata al penale, a capo dell’ufficio il presidente de Angelis aveva designato Francesca Sbarra, spostandola dalla sezione fallimentare, ma anche questa soluzione appare destinata a durare poco perché la giudice si accinge a completare le prove per il passaggio al Tar. Trasferimento che non avverrà prima della fine dell’anno giudiziario, ma che già pone problemi per la sua sostituzione e sta provocando ricadute sullo svolgimento delle cause, con molti rinvii. In aggiunta, un’altra giudice civile godrà dalle prossime settimane di un lungo periodo di congedo. Situazione difficile anche questa, che trova ostacoli per una soluzione positiva: “Nel primo caso il ministero non ha concesso l’applicazione a Rieti di un magistrato distrettuale, da me espressamente richiesto, domanda che comunque avanzerò nuovamente in occasione della collega che andrà in congedo, ma la speranza resta sempre quella di ottenere nuovi giudici per i quali sono stati indetti i concorsi, ma i tempi non saranno brevi”.
Problema giudici anche per quanto riguarda l’ufficio del Giudice di pace di Poggio Mirteto, rimasto scoperto dopo la cessazione del mandato dell'avvocato Antonio Di Silvestro, con l’attività garantita dal coordinatore di Rieti Nicola Perrone, che si divide tra le due sedi. Ma in questo caso la soluzione è appare prossima, come annuncia il presidente del tribunale : “I due nuovi giudici onorari previsti dall’organico sono stati già nominati dal ministero e inizieranno il tirocinio tra breve, ma il loro utilizzo effettivo non avverrà prima del 2025. Conta però aver scongiurato in passato il rischio di una chiusura della sede, che il Comune di Poggio Mirteto contribuisce in gran parte a mantenere. E’ un ufficio importante, perché rappresenta la giustizia di prossimità invocata dai cittadini, che a un paese come Fiano Romano, ad esempio, fornisce risposte in tempi più brevi rispetto a Roma che è solo più facile da raggiungere in auto”.