In fuga dalla toga, per approdare a lavori più redditizi, in grado di assicurare uno stipendio sicuro a fine mese. E’ l’altra faccia dell’avvocatura che, come accade un po’ in tutti i fori italiani, anche a Rieti sta mettendo in evidenza una profonda crisi della professione e la necessità, per chi si trova in difficoltà, di individuare soluzioni lavorative alternative sfruttando l'esperienza acquisita. Le cancellazioni degli iscritti dall’albo negli ultimi mesi sono aumentate, una ventina secondo gli ultimi dati ufficiosi, in aggiunta a qualche praticante, ma altri ingressi destinati a bilanciare parzialmente le uscite sono previsti nel 2022.
Nuove opportunità
Un addio a codici e aule di giustizia determinato dall’assunzione che molti avvocati hanno ottenuto vincendo concorsi nella pubblica amministrazione grazie alla laurea in giurisprudenza che garantisce un inquadramento dirigenziale, oppure sfruttando le possibilità offerte dal nuovo ufficio del processo introdotto dalla riforma Cartabia sul processo penale. C’è anche chi sta optando per la scuola, dove è possibile insegnare materie come il diritto, ma senza cancellarsi dall’albo perché, secondo la legge, le due attività non sono incompatibili. Solo per esemplificare, l’Asl Rieti ha assunto negli ultimi tempi tre avvocati e un quarto attende la chiamata, mentre alcuni sono stati nominati con contratti a tempo determinato e sperano di diventare fissi, la Provincia e qualche comune del Reatino (tra gli altri Fara Sabina e Rivodutri) hanno bandito concorsi per gli uffici legali e i vincitori, fino al giorno prima impegnati nelle aule di giustizia, si sono cancellati dall’albo. In altri posti pubblici, come il ministero degli Interni, l’Inps e il ministero della Giustizia, hanno trovato sistemazione altri professionisti. E’ il caso di due avvocate reatine (ora cancellatesi dall’albo), vincitrici della selezione per il ruolo di cancelliera esperta, previsto dall’ufficio del processo, una delle quali entrata in servizio in tribunale a Rieti, ritrovandosi dall’altra parte dello sportello a dialogare con gli ex colleghi, e l’altra a Viterbo.
L'analisi
Fenomeno in sensibile crescita, che il presidente del Consiglio dell’ordine, Attilio Ferri, riassume: “La pandemia ha certamente contribuito ad accelerare le difficoltà che si registrano nella nostra professione, almeno dall’ultimo triennio, ma la fuga coincide anche con la riapertura dei concorsi pubblici dove c’è la garanzia del posto fisso e la possibilità di sfruttare la laurea in legge e il titolo ottenuto superando l'esame di abilitazione. Comunque registriamo anche altre iscrizioni e quest’anno hanno giurato, da remoto perché non è stato possibile farlo in presenza, cinque nuovi avvocati che saranno presenti in occasione della cerimonia della consegna della toga d’oro, prevista nell'aula consiliare della Provincia, per ripetere la formula davanti all’Ordine”.
Più realistica l’analisi che arriva dall’avvocato Marcello Tavani, con oltre un quarto di secolo di attività sulle spalle: “I numeri sono impietosi, soprattutto a causa della crisi economica che può rendere difficili anche i rapporti con la clientela. Per quanto riguarda il contenzioso – sottolinea il legale - nel civile è drasticamente diminuito il numero dei procedimenti perché c’è meno litigiosità tra le persone, e anche nel settore lavoro le vertenze riguardano soprattutto rivendicazioni contributive e salariali. Un tempo, quando ero agli inizi dell’attività, ricordo il corridoio al secondo piano del tribunale dove si stentava a passare perché era affollato di avvocati e clienti in attesa dell’udienza, oggi è spesso vuoto e questo fotografa le difficoltà della nostra professione e la necessità di reinventarsi alla ricerca di nuove opportunità”.
Un cambiamento che segna l’evoluzione dei tempi, accelerato in campo civile dall’introduzione di procedure alternative nella celebrazione dei processi, con atti istruttori (deposito di atti, memorie, ricorsi, citazioni di testimoni) che giudici e avvocati possono compiere in via telematica utilizzando le piattaforme del ministero, senza dover più partecipare di persona alle udienze.