Un episodio che rischiò di costare la vita a un avvocato, a quel tempo impegnato anche a svolgere le funzioni di Giudice di pace nella sede sabina di Poggio Mirteto, protagonista un pensionato calabrese ultrasettantenne che sparò contro il legale mentre stava uscendo dal palazzo che ospita il suo studio professionale, a Monterotondo.
A distanza di due anni, la Corte di Appello di Perugia non ha concesso sconti a Umberto Palaia, pensionato di origini calabresi (la competenza della giurisdizione umbra riguarda reati che coinvolgono magistrati del distretto di appello del Lazio) e confermato integralmente la sentenza emessa dal Gup umbro il 12 gennaio di quest'anno che aveva condannato l’imputato, giudicato con il rito abbreviato che gli era valso lo sconto di un terzo di pena, a otto anni di reclusione per tentato omicidio, nonché al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili (oltre all’avvocato Di Silvestro, si sono costituiti anche l’Ordine degli avvocati di Tivoli e l’Unione degli Ordini forensi del Lazio), che in primo grado avevano ottenuto anche il versamento di somme s titolo di provvisionale per i danni subiti, da quantificare poi in altra sede. Palaia, 78 anni, anche dopo la sentenza di secondo grado, resterà detenuto nel carcere di Civitavecchia.
La vicenda
Scontato il ricorso in Cassazione della difesa dell'anziano pensionato, protagonista di una vicenda che solo grazie alla tempestiva reazione del giudice di pace non si concluse in tragedia. Quel giorno dell’ottobre 2019, Di Silvestro finì nel mirino del suo attentatore non in veste di giudice onorario, ma di avvocato. I carabinieri di Monterotondo ricostruirono che Palaia aveva pianificato contro il legale la vendetta per una causa persa con il vicino di casa, assistito proprio dal civilista di Monterotondo, promossa per ottenere il riconoscimento dell’usucapione di un piccolo cortile esistente al confine con l’abitazione dell’imputato. Quest’ultimo non aveva digerito la decisione del giudice e aveva presentato appello, ma dai giudici di secondo grado era arrivata la conferma della prima decisione.
Palaia aveva allora cercato altri spunti per promuovere azioni legali contro i vicini “usurpatori”, fino ad accusarli di danneggiare il muro di casa sua quando passavano. Uscito battuto dall’ennesima causa, il pensionato aveva allora deciso di farsi giustizia da solo contro l’avvocato della parte avversaria. L’aveva atteso all’esterno dello studio, a Monterotondo, e quando l’aveva visto uscire gli aveva esploso contro tre colpi di pistola con una Beretta 7,65, con matricola abrasa, fortunatamente senza colpirlo perché la vittima era riuscita a schivare i proiettili e a mettersi al riparo.