Teatro Flavio, quando la magistratura diventa supplente per far rispettare la legge

11/10/2020
L'esterno del Vespasiano
L'esterno del Vespasiano
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Il caso è chiuso e il teatro Flavio Vespasiano è stato adeguato alla normativa antincendio, come il Comando provinciale dei vigili del fuoco andava sollecitando da undici anni (ma potrebbero essere tredici, se si prende in considerazione la prima comunicazione inviata al Comune risalente al 2007), al termine di un’estate in cui la struttura è rimasta chiusa. In tre mesi, tra giugno e settembre, è stato fatto quello che tre giunte comunali non erano riuscite a mettere in pratica in oltre un decennio, e questo fa sorgere l’inevitabile domanda: possibile che in undici anni, a partire dal 2009, quando il problema della messa in sicurezza del teatro si evidenziò come una priorità, non c’è stato il tempo per effettuare gli interventi di messa in sicurezza che hanno richiesto una parte dell’estate? Eppure, negli anni, il Comune aveva ricevuto diverse diffide perché sanasse le illegalità.

Non sfugge che l’accelerazione nell’ultimazione dei lavori è avvenuta perché la magistratura, dopo le accertate violazioni di legge (l’apertura, anche occasionale, di un locale per lo svolgimento di spettacoli in mancanza del prescritto certificato di agibilità configura il reato previsto dall’articolo 681 del codice penale), si è trovata costretta ad assumere le vesti di supplente, intervenendo con il provvedimento di sequestro a sostituire chi aveva il compito di agire per evitare una situazione del genere. Una questione legata al rispetto di una precisa normativa, è stata invece presentata come “un’ossessione della burocrazia italiana”, per dirla alla Cicchetti, che già a giugno aveva reagito furente all’apposizione dei sigilli a entrate e uffici del Flavio Vespasiano, da parte dei carabinieri forestali della procura, ordinata dalla gip del tribunale Floriana Lisena.

Le reazioni

Le sue parole avevano creato non poco sconcerto: “In un'Italia scossa e sconcertata dall'uscita di noti criminali ristretti al 41 bis e dalle intercettate confidenze telefoniche tra eccellenti esponenti del Csm, sono fiero di essere indagato per aver consentito ai miei concittadini di godere, in assoluta sicurezza, degli spettacoli di elevato contenuto culturale”, ricevendo subito la solidarietà dell’amico senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri (“Validissimo amministratore locale molestato inutilmente dalla magistratura per una questione riguardante il locale teatro”). In questo modo un atto dovuto, quale quello assunto dai magistrati determinato da una violazione del codice penale, era stato trasformato in un non meglio precisato disegno persecutorio, del quale, peraltro, non si conoscevano i mandanti.

La realtà, invece, è ben diversa e lo stesso sindaco lo sa. Lo dimostra la netta correzione di rotta praticata quando è arrivato il dissequestro: niente più inni alla fierezza derivanti dall’agire, anche violando le norme, ma ripiego verso una generica “mancanza di timbri e sigilli” che avrebbero causato la chiusura del teatro!

La storia

Tra il 2013 e il 2015 (giunta Petrangeli), il Comando provinciale dei vigili del fuoco e la Prefettura avevano ripetutamente vietato al sindaco di utilizzare il teatro perché privo del certificato di prevenzione incendi e della licenza di agibilità. Diffide spedite negli anni a firma dei comandanti Giuseppe De Rossi e Daniele Centi, e dal vice prefetto Paolo Grieco, tanto da spingere la Prefettura, il 24 settembre 2015, a sospendere l’attività dal successivo 31 ottobre “data l’inerzia del Comune”, aveva specificato. L’ex sindaco Simone Petrangeli, però, era riuscito a evitare la chiusura, impegnandosi a recuperare i ritardi accumulati d ai lavori per l’adeguamento del teatro. Durante il suo mandato era stata presentata la Scia (segnalazione certificata di inizio attività), ma i vigili l’avevano bocciata perché incompleta. Sono passati altri cinque anni, il Flavio ha continuato a funzionare solo grazie alle continue proroghe “per l’uso temporaneo del teatro” concesse dal 2018, fino alle ordinanze emesse dall’attuale sindaco Antonio Cicchetti

Il processo

C’è un nuovo capitolo legato all’agibilità del teatro e coinvolge direttamente un funzionario dei vigili del fuoco, componente della Commissione provinciale di vigilanza sulla sicurezza dei pubblici spettacoli, l’organismo deputato a verificare il rispetto delle norme all’interno degli edifici  dove accedono le persone, e un ex dirigente di Palazzo di città. Sull’agibilità del teatro comunale non aveva mai sollevato rilievi, fino a quando, contrariamente al passato, non aveva deciso di segnalare il mancato adeguamento della struttura alla normativa antincendio. Ma egli stesso è rimasto vittima della propria iniziativa, tanto da essere citato a giudizio per aver ritardato nel denunciare la violazione degli obblighi commessa dal Comune. Insieme a lui, anche il dirigente dell’epoca del quinto settore del Comune, e affidatario del servizio impianti sportivi e tempo libero, dovrà comparire davanti al giudice del tribunale per aver omesso di richiedere il rilascio del certificato di prevenzione incendi.