E’ “reatina” uno dei magistrati della procura di Roma titolari dell’indagine sulla truffa delle mascherine con false certificazioni fornite alla Regione Lazio, e poi distribuite al personale sanitario, che ha già portato all’arresto di tre imprenditori, finiti ai domiciliari, con il coinvolgimento anche di un ex ministro, ma che promette ulteriori sviluppi. Rosalia Affinito, il sostituto procuratore della repubblica a piazzale Clodio che affianca il procuratore aggiunto Paolo Ielo (inchiesta Mafia Capitale) nel coordinamento dell’attività condotta dalla Guardia di finanza, ha iniziato a muovere i primi passi in magistratura a piazza Bachelet, dove arrivò nel 2003, vincitrice di concorso, dopo l’assegnazione del ministero, entrando a far parte della squadra guidata dal procuratore Alfredo Rossini.
Contrabbando internazionale
A Rieti, la Affinito è stata titolare di diversi casi, alcuni molto delicati, come quello che portò all’arresto e alla successiva condanna a quattro anni di un sacerdote della bassa Sabina, accusato di pedofilia. Ma non solo, il pubblico ministero diresse anche le indagini su una colossale truffa internazionale che vedeva, come ideatori, due reatini cinquantenni.
La coppia mise a segno un raggiro al fisco di circa 24 milioni di euro, contrabbandando prodotti chimici sul territorio italiano, simulandone la vendita in Paesi dell'Unione Europea per non dover pagare l'Iva, e rivendendoli in Italia attraverso due società di comodo appositamente costituite a Londra e Bratislava. Quell’inchiesta condotta insieme alle Fiamme Gialle, fu ribattezzata “operazione Rotterdam”, e i due reatini furono arrestati, mentre altre persone furono denunciate, tutti accusati di associazione a delinquere, contrabbando e false comunicazioni sociali.
Carattere riservato, contraria a qualsiasi sfruttamento mediatico del suo lavoro, la Affinito ha intrattenuto un ottimo rapporto con le sezioni di polizia giudiziaria, in modo particolare con quella della Finanza, ed è rimasta a Rieti fino al 2007 anche durante il periodo in cui la Procura è stata diretta da Ugo Paolillo. Segui il trasferimento a Trento e, dal 2016, il ritorno a Roma, destinata al pool che indaga sui reati nella pubblica istruzione.
Nella Capitale, prima del caso delle mascherine, ha chiuso nelle scorse settimane un’altra importante indagine condotta insieme alla collega Laura Condemi, riguardante il palazzo della Provincia all'Eur, notificando un avviso di conclusione indagini per truffa nei confronti di tredici persone. Il tutto riferito a un grattacielo da 32 piani realizzato dalla Europarco di Luca Parnasi, il costruttore arrestato per corruzione, venduto nel 2012 alla Città Metropolitana.