A Rieti sono sempre di più i reati di maltrattamenti collegati alle violenze sessuali, che finiscono all’esame del tribunale collegiale, mentre nel settore monocratico si registrano crescenti casi di stalking e di maltrattamenti in famiglia. E’ il quadro che emerge sulla violenza di genere, contenuto nella relazione annuale della Corte di Appello di Roma sullo stato della giustizia nel Lazio nel 2023, in aggravamento rispetto agli anni precedenti e alimenta le preoccupazioni per un fenomeno che sta generando allarme sociale nonostante le massicce campagne di sensibilizzazione condotte da istituzioni e associazioni.
Codice rosso
Numeri ribaditi dalla magistrata Cristina Cambi, che dal 15 settembre 2023 riveste le funzioni di procuratrice della repubblica vicaria di Rieti in attesa che il Csm proceda con la nomina del nuovo capo dell’ufficio. “Il confronto tra i dati dello scorso anno e il trend attuale, ci consente di affermare che i casi da “codice rosso” sono in crescita e questo lo verifichiamo dalle telefonate e dalle segnalazioni che pervengono in procura durante i turni di servizio di ogni magistrato. L’attenzione, proprio per questo, resta alta e costante”. La Cambi rileva che, in conseguenza del proliferare degli episodi di violenza di genere, sono anche aumentati i procedimenti definiti con riti alternativi in sede di udienza preliminare che garantiscono all’imputato, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena.
“Sul codice rosso l’attenzione del mio ufficio e della polizia giudiziaria è alta soprattutto perché è cresciuta nelle forze dell’ordine la consapevolezza verso un fenomeno che desta particolare allarme tra le donne e per questo, quando viene presentata una denuncia all’autorità giudiziaria, siamo pronti ad agire per tutelare le vittime. E devo dire che un grosso contributo lo sta fornendo la polizia giudiziaria, ormai specializzata a trattare questo genere di reati, che sa quali domande porre per arrivare subito a ricostruire i fatti denunciati. In particolare, se la persona che riferisce di una violenza subita è stata già sentita in maniera esauriente dagli inquirenti, il pubblico ministero avvia le indagini mentre, in mancanza di una deposizione, allora è la procura che procede entro i tre giorni previsti dalla legge delegando gli accertamenti urgenti alle forze dell’ordine. All’esito, viene richiesta l’emissione della misura cautelare più idonea in relazione alla gravità della vicenda. In questo senso sono stati eseguiti arresti in flagranza differita per le violazioni delle prescrizioni previste dal codice rosso”.