Consiglio dell'ordine, le dimissioni di de Sanctis agitano il Foro

16/10/2020
L'ingresso degli uffici
L'ingresso degli uffici
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Sono dimissioni rumorose, quelle presentate dall’avvocato Alessandro de Sanctis, tanto più se si considera che arrivano da chi nel direttivo è entrato vincendo il ricorso per l’ineleggibilità di una collega. Dimissioni che hanno sorpreso il presidente Attilio Ferri, il quale, certo di interpretare il pensiero degli altri membri dell’ordine, ha detto che “giungono inaspettate dato che si stava lavorando alla redazione del bilancio nonchè ad altre rilevanti e urgenti questioni, in un clima di dialogo aperto e pronto ad accogliere fattivamente le osservazioni di ciascuno”.

Incertezze e ritardi

L’uscita dell’avvocato de Sanctis dal consiglio è destinata, comunque, ad animare il dibattito all’interno della classe forense, soprattutto per le ragioni che l’hanno determinata. Su tutte, la delusione per una compagine che, sostiene il consigliere dimissionario, lavorerebbe guidando un treno merci anziché uno ad alta velocità. “Sia chiaro, non ne faccio assolutamente una questione personale, Ferri si è mosso bene durante il periodo di chiusura del tribunale, confrontandosi continuamente sia con il presidente del tribunale che con la procuratrice della repubblica – precisa l’avvocato – e non era certo facile in un periodo di grandi difficoltà causate dall’emergenza coronavirus, ma quello che mi aspettavo era un cambio di passo nell’attività del consiglio su temi e scadenze importanti".

"Un esempio? Le continue riunioni per discutere sugli stessi argomenti, senza approdare a nulla, e poi  rinviare. Così il tempo passa e le scelte si allontanano, come per la Scuola Forense Sabina, il cui direttivo è scaduto ormai da quasi un anno e non è stato rinnovato, oppure stabilire quale posizione assumere in merito alla Sabina Universitas dove si è deciso cosa fare con ritardo dopo il parere legale chiesto dall’Ordine, che contiene delle indicazioni precise. Potrei citare altre questioni, non di secondaria importanza, sulle quali c’è costante incertezza nelle scelte e che, invece, potrebbero dare maggiore impulso all’attività del consiglio. Speravo in un’accelerazione da parte dei consiglieri, che pure si impegnano, ma non c’è stata e questo ha rappresentato per me una grossa delusione”.

Lettera agli iscritti

Sulla preparazione del bilancio si è poi innescato un altro contrasto tra il dimissionario e il consiglio. “Ho avanzato diversi rilievi – rileva de Sanctis -, non certo accuse di irregolarità, e avevo chiesto di esaminare il documento con calma per fare le mie valutazioni anche sulla base delle conoscenze contabili che ho acquisito come ragioniere commercialista. Volevo contribuire nella stesura con alcune valutazioni , invece il bilancio di 160 pagine mi è stato consegnato appena due giorni prima, in pratica non avrei avuto il tempo di studiarlo tutto, e questo non rientra certo nello spirito di collaborazione che deve caratterizzare il rapporto tra i consiglieri. Io cerco solo di fare le cose in modo disinteressato e nell’ordine sono entrato per dare un apporto mettendo a disposizione la mia esperienza. Sono, e resto convinto, che la diversità di vedute all’interno di una coalizione rappresenti una risorsa e non certo un ostacolo. Lascio senza rammarico, sono certo che non ripeterò questa esperienza, ma non voglio lasciare ombre. Scriverò una lettera agli iscritti per spiegare le mie ragioni”.

Consiglio dell’ordine che si appresta ad accogliere l’avvocato Alberto Branzanti, primo dei non eletti, e che “continuerà a lavorare secondo l’agenda stabilita con il contributo del nuovo componente” fà sapere il presidente Ferri, aggiungendo che “le dimissioni fanno parte della normale dialettica, anche nella nostra attività di rappresentanza della classe forense”.