Personaggi di un mondo giudiziario appartenuti a stagioni passate, ma mai dimenticati. Uno di questi è stato Gaspare Rotilio, figura di un “altro” tribunale che le ultime generazioni di avvocati non hanno conosciuto, ma apprezzato da quelle precedenti, al punto da guadagnarsi una fiducia incondizionata da parte dei vari Consigli dell’ordine che si sono succeduti negli anni 80 e 90.
Rotilio era un poliziotto, originario de L’Aquila, rimasto a Rieti per amore, ma il palazzo di giustizia di piazza Bachelet, dove nel 1967 la Questura l’aveva distaccato assegnandolo al casellario giudiziario fino al pensionamento, fu la sua seconda casa. I tanti anni trascorsi in quell’ufficio gli avevano permesso di conquistarsi la stima generale dell’avvocatura, e quando l’avvocato Antonio Belloni, diventato presidente dell’Ordine per la prima volta, gli propose di occuparsi della segreteria, lui fu ben lieto di accettare. In fondo, continuare a frequentare il tribunale, per di più chiamato dagli stessi avvocati con i quali aveva avuto rapporti per tanto tempo, rappresentava una gratificazione e un riconoscimento.
Iniziò così, per Gaspare Rotilio, una nuova vita. Dentro il piccolo ufficio ricavato a fianco dell’aula penale, dove l’Ordine era stato costretto a rifugiarsi non avendo più stanze all’interno del tribunale perché c’era bisogno di trovare nuovi spazi per le cancellerie, l’ex poliziotto diventò subito un preciso punto di riferimento per gli iscritti. Meticoloso nell’istruire le pratiche, nel tenere in ordine i registri e i conti, quando non scriveva a penna gli atti utilizzava la macchina da scrivere, perché computer e internet erano ancora lontani. La sua riservatezza era proverbiale, al punto da raccogliere se capitava anche gli sfoghi di qualche iscritto, neppure con uno dei tre suoi figli, Paolo, brillante cronista giudiziario de Il Tempo, che le aule di giustizia le frequentava quotidianamente sotto gli occhi del padre, si lasciava mai sfuggire un’indiscrezione sull’attività del consiglio e o su qualche pratica delicata.
Un’affidabilità certificata dall’Ordine, come ricorda l’ex presidente Belloni: “Negli anni in cui sul territorio provinciale erano in piena attività le Preture, quando un avvocato non poteva andare a seguire la causa, Rotilio era stato autorizzato a chiamare in sostituzione un procuratore, quasi sempre individuato tra quelli che erano della zona. Un compito delicato, affidato al nostro segretario che non ha mai tradito la nostra fiducia”.
Alla vigilia degli anni 2000, con il numero degli avvocati in continua crescita, l’impiego dei nuovi strumenti informatici e la necessità di potenziare la segreteria, per Gaspare Rotilio arrivò il giorno della vera pensione. Un congedo festeggiato in un pranzo che il Consiglio organizzò in suo onore, donandogli un orologio come segno di gratitudine per i quasi vent’anni trascorsi a servire fedelmente l’organismo. Dopo l’addio, il fedele segretario non fu dimenticato e, a ogni Natale, non mancò mai l’omaggio dei “suoi” amici avvocati, fino all'anno della scomparsa, avvenuta nel 2006.