Il tribunale non dimentica Bruno Pasquini, l'archivio intitolato allo storico dipendente

22/11/2022
Lo scoprimento della targa
Lo scoprimento della targa
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Un po’ di Bruno Pasquini continuerà a vivere in tribunale, negli stessi corridoi e stanze dove l’ausiliario dell’ufficio Gip è stata una presenza costante e sicura. Vivrà in quella targa che i colleghi, in modo unanime, hanno voluto far apporre all’ingresso dell’archivio, il mondo che ha visto Bruno in azione per oltre vent’anni, districandosi tra migliaia di fascicoli che solo lui, come pochi altri, sapeva ritrovare se qualche avvocato presentava una richiesta di copie. E lo ha fatto fino a pochi mesi prima di essere costretto all’ultimo ricovero, dal quale non è più uscito. E' proprio la dirigente Francesca Battaglia, che aveva accolto Bruno Pasquini trasferito a Rieti dal  tribunale di Terni, a raccontare uno degli aneddoti sulla figura dello scomparso: “Quando doveva effettuare le fotocopie di atti contenuti in un fascicolo particolarmente delicato, mi chiedeva di poterlo fare in orari in cui non c’era affluenza di gente nei corridoi e negli uffici, e questo proprio per evitare che qualcuno, sia pure involontariamente, potesse venire a conoscenza di qualche particolare contenuto nei documenti”.

Un’attenzione quasi maniacale per la riservatezza che lo aveva reso particolarmente affidabile davanti agli avvocati, come lo ha voluto sottolineare il presidente del tribunale, Pierfrancesco de Angelis, chiamato a scoprire la targa apposta all’entrata dell’archivio. “L’ho apprezzato per il suo attaccamento al lavoro, non appena le sue condizioni erano migliorate era tornato in ufficio e, lo confesso, abbiamo tutti sperato fino all’ultimo che ce la facesse, ma l’esito è stato diverso. Ci ha lasciato una persona che aveva saputo guadagnarsi la stima di chi l’ha conosciuto. Io stesso, quando ho avuto necessità di rivolgermi a lui per ragioni di ufficio, l'ho trovato sempre disponibile e impegnato a dare il meglio di se”. Poche frasi, che hanno interpretato il sentimento generale di avvocati, colleghi, compresi molti ex in pensione che sono voluti tornare per lo scoprimento della targa, e dirigenti che hanno potuto apprezzare un dipendente che se capitava di sforare l’orario, magari per esaudire una richiesta di copie urgenti, non stava certo lì a tirarla per le lunghe. Insomma, ci potevi fare affidamento sul buon Bruno, come in tanti hanno chiosato.

Del resto, è stata compatta la partecipazione del mondo giudiziario reatino alla cerimonia, presenti i familiari, con il presidente de Angelis, che da subito ha appoggiato l’iniziativa, e con lui il sostituto procuratore Lorenzo Francia, il giudice Alessio Marinelli, l’avvocato Marco Arcangeli, in rappresentanza del Consiglio dell’ordine, l’avvocata Morena Fabi, presidente della Camera penale, e tanti colleghi anche della Procura della repubblica e del tribunale civile.