Anno giudiziario nuovo, ma resta – e si aggrava - l’emergenza magistrati nel tribunale di Rieti. A settembre, su tredici toghe in pianta organica, saranno 7 quelle in servizio, che potrebbero poi scendere a 6 se andrà via anche il giudice civile Gianluca Morabito, già assegnato dal Csm a Roma, dopo che il suo trasferimento è stato temporaneamente congelato per non rendere ancor più difficile l’attività giudiziaria. Ma è solo questione di settimane e se non arriveranno rinforzi, in tribunale resterà in servizio meno della metà dell’organico togato, quello “superstite” da trasferimenti, passaggi ad altre giurisdizioni e congedi. Toccherà a loro farsi carico del lavoro degli ex colleghi e le conseguenze, non è difficile prevederlo, ricadranno sulla risposta offerta alla domanda di giustizia dei cittadini. E cresce qualche preoccupazione da parte dell’avvocatura sul futuro del tribunale, con il riaffacciarsi delle ipotesi del suo accorpamento (non di chiusura) ad altri presìdi, come balenato negli anni scorsi dal piano di riduzione del numero delle Corti di Appello redatto dalla commissione presieduta dall’ex vice presidente del Csm Michele Vietti, e che la Regione Umbria voleva sfruttare assorbendo l’utenza sabina. Progetto poi sfumato, revisione della geografia giudiziaria finita in naftalina, ma mai definitivamente archiviato, come dovrebbe insegnare il taglio di centinaia di uffici giudiziari effettuati dal governo Monti nel 2012 in nome della spending review. Vale a dire, mai abbassare la guardia.
Adesso, la crisi a piazza Bachelet è dettata dalla carenza di magistrati (situazione che si riscontra, comunque, anche in altri piccoli tribunali italiani), ma soprattutto preoccupa l’assenza di attenzione, e di risposte, da parte del ministero alle legittime richieste di intervento avanzate, a più riprese e a partire dal 2023, dal presidente Pierfrancesco de Angelis, trasferito a Roma per dirigere la sezione Gip/Gup a piazzale Clodio, per ottenere l’applicazione temporanea a Rieti di magistrati per sostituire gli assenti. Nessuna risposta ufficiale, come pure la politica appare distratta rispetto a una situazione che, invece, qualche preoccupazione la sta ingenerando nel mondo forense.
Le modifiche
Settembre ripartirà, quindi, con gli interventi emergenziali che sono alla base delle modifiche tabellari apportate dall’ormai ex presidente de Angelis. Una ridistribuzione di ruoli e competenze che ha dovuto necessariamente tenere conto delle risorse disponibili, a partire dall’assegnazione alle funzioni di supplente, del presidente di sezione Carlo Sabatini, il giudice che più di altri sarà chiamato a ricoprire più ruoli perché, oltre a dover assolvere ai numerosi compiti di competenza presidenziale nel settore civile, dovrà anche svolgere le mansioni di giudice delle indagini preliminari in sostituzione di una collega in maternità. In aggiunta, a Sabatini toccherà presiedere il collegio penale e la sezione Agraria. C’erano speranze, nelle settimane scorse, che qualche giudice rispondesse all’interpello del ministero per coprire il ruolo delle controversie di lavoro e previdenziali, l’ufficio che più di altri sta risentendo dal 2023 delle difficoltà causate dai trasferimenti (l’ultima giudice, Francesca Sbarra, è transitata al Tar del Lazio), ma è andato deserto. Nessuna toga ha chiesto di venire a Rieti e, così, in attesa dell’arrivo di un nuovo titolare, previsto non prima del 2025, a dirigere il settore è stato chiamato Alessio Marinelli, giudice penale monocratico dal grande equilibrio dimostrato nella conduzione di alcuni processi sui crolli del terremoto ad Amatrice e Accumoli, causando il blocco dei fascicoli destinati alla sua conduzione, che provocherà una raffica di rinvìì, anche al 2025, dei processi che attendevano solo di approdare in dibattimento.
Il contenzioso civile
Sulla situazione interviene l’avvocato giuslavorista Massimiliano Magnanelli: “Il tribunale di Rieti è inserito dal Csm nell'elenco dei 49 tribunali che, ad oggi, non ha raggiunto la riduzione del contenzioso pendente del 50 per cento, come previsto dal Pnrr, con un numero di cause pendenti pari a 1497, cioè irrisorio se consideriamo che gli avvocati iscritti sono 400, seguito nell’elenco per cause pendenti solo dai tribunali di Sciacca e di Lanusei. Le conclusioni sono evidenti e non è giustificato, stando ai dati, un numero di magistrati superiore a 7, in linea con quello degli altri tribunali che ho citato. Le cause penali da settembre subiranno ritardi a causa della mancanza di magistrati, ma vorrei sottolineare che il settore civile ha già questo problema per il trasferimento dei giudici o assenza per maternità. Del ruolo lavoro basta ricordare che da maggio 2023 non vi è un giudice che assicuri la continuità effettiva del ruolo, l’ufficio verrà gestito da un giudice proveniente dal penale e le cause pendenti sono state rinviate a maggio 2025 da prima del periodo festivo. I problemi sul tavolo sono questi, non il trasferimento della segreteria dell'Ordine o l’approvazione del suo bilancio o altri progetti futuri sulla carta di trasferimento degli uffici giudiziari in altri locali adiacenti il tribunale. La domanda è con questi numeri di cause pendenti come si può chiedere e ricevere la applicazione di nuovi magistrati se anche l'interpello per il ruolo lavoro è andato deserto”.