Alessio Marinelli, giudice impegnato nel penale dove presiede le udienze monocratiche ed è componente del collegio giudicante, da settembre cambierà incarico e andrà a guidare la sezione Lavoro. La soluzione indicata dal presidente del tribunale Pierfrancesco de Angelis va nella direzione di restituire continuità all’ufficio che attualmente è diretto dalla giudice Francesca Sbarra, prossima però a lasciare Rieti e a dimettersi dall’ordinamento giudiziario, per entrare a far parte del Tar del Lazio. Prima di lei, ma per un breve periodo, il ruolo era stato assegnato a Giorga Bova, che però ha preferito rientrare nel penale. Una scelta accolta con favore dagli avvocati, alle prese, da oltre un anno, con continui rinvii delle cause provocati dall’alternarsi di magistrati, che causano un allungamento dei tempi di definizione. La modifica tabellare del presidente Pierfrancesco de Angelis non è ancora stata firmata e sarà ufficializzata quando il trasferimento della Sbarra sarà operativo, ma il foro è stato già informato del cambiamento.
Marinelli è arrivato a Rieti dal 2019, prima sede dopo il tirocinio, insieme ad un altro gruppo di giovani colleghi, in parte già emigrati al Tar, tanto che l’organico ha cominciato a risentire delle difficoltà dopo le prime partenze. Il giudice ha già avuto occasione di misurarsi con casi rilevanti. Nel 2022 ha presieduto uno dei processi più delicati, nato dalle inchieste avviate dall’ex procuratore Giuseppe Saieva per accertare eventuali responsabilità da parte di costruttori e tecnici, quale concausa delle violente scosse, nella morte di decine di persone rimaste sepolte sotto le macerie delle case in occasione del terremoto di Amatrice, relativo al crollo dello storico hotel Roma, dove persero la vita sette persone. La sentenza di Marinelli condannò a 5 anni e sei mesi il progettista e direttore dei lavori (processo pendente in appello), unico sopravvissuto di un drappello di cinque imputati iniziali. A Marinelli si è poi occupato, come giudice delle indagini preliminari nominato ad hoc dal tribunale dopo la prima richiesta di archiviazione del caso da parte della procura, poi respinta, dell’inchiesta sull’esplosione della cisterna di carburante avvenuta all’interno del distributore dell’Api, sulla Salaria, che nel 2018 causò la morte del vigile del fuoco Stefano Colasanti e dell’automobilista Andrea Maggi. Nel collegio presieduto da Carlo Sabatini, è stato poi giudice relatore in diversi processi.